Perdono forza le misure di Pechino a sostegno dei listini. Tokyo e Sydney in rally

Mercati asiatici a due velocità. Tokyo e Sydney in deciso rialzo, in scia ai guadagni di Wall Street e al piano per il salvataggio della Grecia (che ha anche sostenuto l’euro), mentre il petrolio scivola sull’imminente accordo sul nucleare dell’Iran che riaprirebbe il mercato globale per l’ingente produzione di greggio di Teheran.
La Cina corregge di nuovo con altre 250 quotate che sono tornate a scambiare dopo le 350 di lunedì (settimana scorsa circa la metà delle 2.800 società di Shanghai e Shenzhen aveva interrotto le contrattazioni per sottrarsi al pesante sell-off). Tra queste, però, ci sono anche dei rally: è il caso di Zte, che è arrivata a guadagnare fino al 19% sulla presentazione del nuovo piano strategico.

Sydney sin da subito ha aperto in deciso rialzo, al traino soprattutto dei titoli minerari: Bhp Billiton e Rio Tinto hanno guadagnato circa il 3% mentre ancora meglio (oltre il 4% il progresso intraday) ha fatto Fortescue Metals. Bene anche i titoli finanziari con Macquarie e Westpac (quest’ultima ha finalizzato la cessione delle attività nelle isole del Pacifico) in progresso di circa il 2% nella seduta.
L’S&P/ASX 200 ha chiuso con un guadagno dell’1,90% a fine giornata. Lieve flessione invece per il listino di Seoul (con il Kospi 100, l’indice delle blue chip, che ha perso lo 0,66%). Deciso rialzo per Tokyo, con il Nikkei 225 che ha guadagnato l’1,47% con diversi titoli industriali che hanno segnato progressi tra il 4% e il 5% nella seduta.
In controtendenza invece Sony, che ha perso l’1,18% (tra i titoli dell’elettronica in flessione anche Sharp e Nintendo, dopo la scomparsa lunedì di Satoru Iwata, artefice del fenomeno Wii).

Tornando alla Cina, la seduta è stata decisamente in altalena, ma ha virato ampiamente in territorio negativo verso la chiusura, trascinando anche Hong Kong, con l’Hang Seng in flessione di circa lo 0,70% (per l’indice, come pure per Shanghai e Shenzhen, le perdite erano però state superiori nel corso della giornata).
I guadagni dei giorni scorsi, spinti dagli interventi di Pechino non convincono gli investitori. “Non c’è dubbio che sia un rimbalzo del tutto artificiale”, ha spiegato al Wall Street Journal Alicia Garcia Herrero, capo economista di Natixis per l’Asia-Pacific. I broker hanno acquistato titoli per giorni per sostenere il mercato.
“Sappiamo che non è la domanda a guidare il mercato. E arriverà il momento in cui tali interventi si fermeranno e la domanda è che cosa succederà quando vedremo le concrete pressioni del mercato”, ha concluso.

A cura di Trend Online

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