Petrolio, l’Opec+ supera di nuovo l’impasse messicana ed estende i tagli

A cura di Nitesh Shah, Director Research di WisdomTree

L’Opec+ (meno il Messico) ha deciso di prolungare i tagli più aggressivi alla produzione di petrolio fino a luglio. In una riunione tenutasi il 6-7 giugno, la maggior parte dei membri del cartello ha accettato di continuare a tagliare la produzione allo stesso ritmo di maggio e giugno fino a luglio, invece di ridurre i tagli. L’unico paese a non essere d’accordo è stato il Messico. Di conseguenza, il totale dei tagli in luglio sarà di 9,6 milioni di barili al giorno invece dei 7,7 milioni di barili al giorno previsti nell’accordo di aprile, ma non esattamente i 9,7 milioni di barili al giorno concordati per maggio e giugno.

Cambiare la data dell’incontro è stato certamente un segnale. Anche se l’incontro anticipato stava quasi per non avere luogo a causa di una disputa sui livelli di osservanza delle decisioni prese, quando l’incontro è stato annunciato venerdì 5 giugno, i mercati hanno ampiamente prezzato l’estensione dei tagli al mese di luglio. La scorsa settimana il Wti è aumentato dell’11,44% mentre il Brent è aumentato del 19,73%. Non crediamo che la mancata adesione del Messico possa danneggiare il sentiment del mercato. Dopotutto, sappiamo dall’incontro di aprile dell’Opec+ che il Messico non è mai stato molto entusiasta dei tagli alla produzione.

Diminuzione delle trasgressioni

Sono stati adottati nuovi meccanismi per aumentare l’osservanza delle decisioni prese dall’Opec+. I paesi che non rispettano appieno le loro quote produttive in un determinato mese dovranno compensare tale scompenso nei mesi successivi. Questo nuovo meccanismo potrebbe portare a un ulteriore rialzo nel petrolio e ci aspettiamo che il mercato reagisca positivamente. Ma potrebbe esserci un problema: la continuazione dell’accordo dipende dal fatto che i Paesi aderiscano alla loro quota e provvedano a ribilanciare le loro trasgressioni fino a settembre 2020. E se i trasgressori seriali non si adeguassero entro tale data? L’accordo salta? Se ciò dovesse accadere, potremmo assistere alla rimozione di un’importante soglia del prezzo del petrolio.

Anche se i dati ufficiali dell’Opec sui livelli di aderenza non sono ancora usciti, i dati di Bloomberg indicano che l’Iraq e la Nigeria (tra il gruppo Opec) sono i più lontani dal rispettare le decisioni. Se questi Paesi si sforzeranno di rimettersi in carreggiata, potremmo assistere ad ulteriori tagli nei prossimi mesi. Ulteriori tagli volontari da parte dell’Arabia Saudita (1 milione di barili al giorno), degli Emirati Arabi Uniti (100mila barili al giorno), del Kuwait (80mila barili al giorno) e dell’Oman (10-15 mila barili al giorno) a giugno aiuteranno anche i mercati petroliferi a raggiungere l’equilibrio. L’Arabia Saudita ha infatti già annunciato prezzi più alti per il mese di luglio.

Un altro risultato della riunione è che il comitato ministeriale congiunto di monitoraggio (Jmmc) si riunirà ora mensilmente per esaminare i livelli di aderenza dei paesi. La prossima riunione del Jmmc si terrà il 18 giugno. Tale riunione potrebbe offrire nuovi dati per valutare la situazione attuale.

Aspettiamoci altre riunioni straordinarie quest’anno

La prossima riunione dell’Opec è prevista per il 30 novembre 2020 e l’incontro con i non membri dell’OPEC è previsto per l’1 dicembre 2020. Data la volatilità dei mercati petroliferi, la rinnovata attenzione al rispetto delle decisioni prese e la domanda in costante cambiamento, non ci sorprenderebbe se nei prossimi mesi venissero annunciati altri incontri straordinari.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!