Il petrolio Wti torna a infiammarsi in scia agli uragani che stanno colpendo il Sud degli Stati Uniti, al calo dell’offerta dell’Opec e al nuovo indebolimento del dollaro. Nel dettaglio, il governo Usa è stato costretto ad attingere alle le riserve strategiche di greggio per la prima volta da cinque anni a questa parte mettendo sul mercato un milione di barili da raffinare in Louisiana. Infatti, nonostante la ripresa operativa di alcune raffinerie e siti portuali, gli analisti stimano che saranno necessarie alcune settimane per ripristinare la piena capacità visto che ieri ancora circa 3,8 milioni di barili di raffinato erano ancora sospesi (pari al 20% della capacità produttiva complessiva). In base poi agli ultimi dati pubblicati dall’Opec, la produzione del Cartello ad agosto è risultata in calo di 170.000 barili al giorno. E, non ultimo, il dollaro è tornato a perdere terreno contro l’euro e le altre principali divise con il dollar index in prossimità di quota 90.
Dal punto di vista tecnico, con il supoeramento della media mobile a 50 giorni della trendline discedente di breve termine coincidenti a 47,45 euro, il Wti sembra intenzionato a risalire rapidamente verso la resistenza statica di medio periodo posta a ridosso dei 50,40 dollari per barile e poi, dopo una probabile fase laterale di consolidamento, allungare ulteriormente il passo verso quota 52, top dello scorso maggio. Stop loss da posizionare sotto quota 48,65.
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