Piazza Affari in stand by ma tra le blue chip non mancano le opportunità

Intervista di Davide Pantaleo (TrendOnline) a Gianluigi Raimondi, analista tecnico e co-fondatore di Finanzaoperativa.com del 29 giugno 2017

L’indice Ftse Mib continua a registrare alti e bassi peraltro contenuti con le quotazioni che oscillano sostanzialmente sempre sugli stessi livelli. L’andamento laterale in atto è destinato a proseguire?

L’indice Ftse Mib è incastrato in una fase di trading range sostanzialmente dalla fine del mese scorso e si sta muovendo con oscillazioni di media ampiezza intorno alla soglia dei 21.000 punti, di cui non riesce a confermare il superamento.
Operativamente resta valido quanto detto nell’intervista della scorsa settimana e a meno di una violazione confermata del supporto statico in zona 20.500 e precisamente a 20.580 punti, non vedo possibilità di ribassi decisi. Per contro, solo oltre i 21.270 punti potremmo assistere ad una credibile e duratura inversione rialzista. Quest’ultima potrebbe spingere il Ftse Mib a testare il massimo dello scorso 16 maggio a 21.830 punti e successivamente verso i 22.000/22.050. Al momento ritengo abbastanza improbabile il superamento di quest’ultimo livello, ma anche una violazione al ribasso del supporto citato prima. A mio parere l’indice delle blue chips si muoverà ancora in trading range con un’alternanza di sedute al rialzo e al ribasso. Il consiglio è di rimanere fermi oppure di effettuare operazioni all’interno del trading range nel quale si sta muovendo il Ftse Mib, aprendo posizioni long ogni volta che viene toccato il supporto dei 20.580/20.500, avendo cura di vendere in caso di mancato superamento al rialzo dei 21.270 punti.

In questa fase laterale del mercato ci sono dei titoli che più di altri offrono spunti interessanti a Piazza Affari?

Ci sono dei titoli che tentano di uscire un po’ dal coro o che quantomeno hanno dato qualche segnale significativo.
Uno di questi è Telecom Italia che di recente ha testato il supporto dinamico ascendente di medio periodo transitante in area 0,8 euro da cui ha dato vita ad un recupero. Ieri nell’intraday le quotazioni sono andati ad incrociare al rialzo a 0,826 euro la media mobile a 21 sedute. Questo incrocio al momento non è stato confermato, ma un primo segnale è stato dato, evidenziando che nelle ultime giornate abbiamo assistito ad un deciso incremento dei volumi di scambio. Questo potrebbe portare al superamento di 0,845 euro, dove transita la media mobile a 50 giorni, e in seguito spingere il titolo a 0,87 euro prima e a 0,885 euro in seguito.
A chi volesse acquistare Telecom Italia suggerisco di fissare uno stop loss molto rigido sotto quota 0,8 euro.

Al di fuori del paniere principale è interessante Fincantieri che è stato oggetto di forti volumi di scambio di recente perchè sembra che dal Qatar abbiamo confermato un mega ordine per 7 anni.
Sulla scia di questa notizia il titolo ha oltrepassato la resistenza statica di breve termine posta a quota 0,9 euro, salendo a ridosso dei massimi toccati a maggio in area 0,975 euro. Oltre questo livello Fincantieri potrebbe spingersi ulteriormente in avanti, previa una brevissima fase di consolidamento intorno a 1 euro, con target successivi a 1,15/1,2 euro prima e in seguito a 1,3 euro, con stop loss da posizionare a quota 0,92 euro.

Unicredit e Intesa Sanpaolo a differenza di altri bancari non sono riusciti a confermarsi in positivo quest’oggi. Quali strategie ci può suggerire per questi due titoli?

Unicredit si sta avvicinando al test a quota 17,25 euro della resistenza statica e del massimo toccato a metà maggio. Una volta approdati su questo livello vedrei una fase laterale di consolidamento e dopo Unicredit potrebbe allungare ulteriormente il passo, con target a 17,5/17,5 euro.
Un acquisto del titolo andrà corredato da uno stop loss a 16,4 euro.

Intesa Sanpaolo si sta avvicinando anch’esso ai massimi di maggio in area 2,9 euro, ma il titolo aveva aperto a quota 2,638 euro un gap rialzista e ciò mi fa tentennare in merito alla possibilità di un ulteriore rialzo dei corsi, visto che tale gap potrebbe essere richiuso.
Se Intesa Sanpaolo dovesse scendere sicuramente non lo farà da solo, trascinando al ribasso anche Unicredit e gli altri protagonisti del comparto bancario.

Dal punto di vista operativo l’eventuale superamento dei 2,9 euro proietterebbe i corsi in area 3,1/3,15 euro prima e in seguito verso i 3,5 euro. Un acquisto di Intesa Sanpaolo è consigliato con l’adozione di uno stop loss a 2,8 euro.
Il titolo diversamente da Unicredit è in ipercomprato tecnico e questo mi rende un po’ più scettico.

Fca ha registrato ieri una delle peggiori performance tra le blue chips, con progressivo avvicinamento all’area dei 9 euro. Quali consigli ci può fornire per questo titolo?

Fca non lo vedo ancora bene perchè sta seguendo un downtrend dalla seconda metà del mese di febbraio e ieri ha violato il supporto dinamico ascendente di breve-medio termine a 9,5 euro, rottura che è stata confermata oggi.
Questo potrebbe preludere ad una ulteriore correzione almeno fino alla soglia dei 9 euro, dove potrebbe assistere ad un rimbalzo sui livelli attuali, evento che però non farebbe venire meno il downtrend di fondo.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!