Pictet AM i bond high yield sono destinati a beneficiare di un rialzo

a cura di Pictet AM

I mercati fixed income hanno vissuto un periodo difficile in quanto è stata messa sotto esame la solvibilità di un numero insolitamente elevato di emittenti corporate e governativi di alto profilo. Gli scandali Petrobras e Volkswagen, la vulnerabilità di Glencore al crollo delle commodity e il declassamento del Brasile hanno contribuito a un considerevole ampliamento degli spread sia dei titoli investment grade che di quelli speculativi. Sul mercato pesa inoltre la prospettiva di un’ingente offerta di corporate bond e debito sovrano.

Lo spread delle obbligazioni high yield dell’eurozona è aumentato di 200 punti base rispetto ai livelli osservati a inizio anno. Non siamo tuttavia particolarmente preoccupati della correzione e confermiamo il sovrappeso dell’asset class. Uno dei motivi per mantenere costante l’esposizione è che, a fronte di un rendimento del 6% circa, i titoli speculativi offrono un compenso più che sufficiente per il rischio di default. Come mostra il grafico, anche se gli spread sono saliti ai massimi da inizio 2013, il tasso di insolvenza previsto fra gli emittenti non investment grade è rimasto stabile in prossimità dei minimi storici. Alla luce della ripresa europea e dell’impegno della BCE a mantenere bassi i costi di finanziamento, nulla lascia presagire un incremento dei tassi di default nel breve termine. Inoltre, un rendimento simile significa che i detentori di obbligazioni high yield saranno più protetti dei possessori di titoli investment grade dagli effetti negativi di un rialzo dei tassi di interesse negli USA.

Un altro aspetto positivo della recente evoluzione del mercato high yield è la natura stessa del sell-off. Contrariamente ai precedenti periodi di volatilità, questa fase di correzione non è stata accompagnata da un’impennata delle richieste di rimborso ai fondi obbligazionari high yield. Né si è trattato di un sell-off indiscriminato: la dispersione dei rendimenti fra i singoli titoli è aumentata parallelamente all’ampliamento degli spread. In altre parole, l’ondata di vendite non è stata dettata da convinzioni profonde e potrebbe quindi rivelarsi un fenomeno temporaneo.

Per il resto, confermiamo il sottopeso del debito emergente in valuta locale. Alcune economie in via di sviluppo che presentano tassi di interesse reali troppo alti sembrano pronte ad allentare la politica monetaria nei prossimi mesi (sull’esempio di India e Taiwan), con una possibile ulteriore erosione dei rendimenti di diverse valute dei Paesi emergenti rispetto al dollaro. Continuiamo comunque a sovrappesare il debito emergente in USD in quanto riteniamo che varie emissioni sovrane siano state ingiustamente penalizzate dal declassamento del Brasile.

D’altro canto, prevediamo una svalutazione del dollaro rispetto alle monete di diversi Paesi avanzati. Yen, euro e dollaro australiano presentano il maggior potenziale di rialzo.

bond high yield

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