a cura della Strategy Unit di Pictet Asset Management
A seguito del rally obbligazionario innescato nelle scorse settimane dai timori per il futuro di Cina e Grecia, abbiamo deciso di ridurre l’esposizione al debito sovrano europeo, passando da un sovrappeso a una posizione neutrale in base alle valutazioni. Contestualmente, abbiamo rafforzato l’investimento nelle emissioni europee high yield a livello neutrale. Confermiamo inoltre la sovraponderazione del debito emergente denominato in dollari USA.
Ora che i rendimenti dei Bund decennali sono scesi al di sotto dello 0,7%, i titoli di Stato offrono un potenziale di rivalutazione limitato, soprattutto perché la Fed sta preparando il terreno per il prossimo inasprimento dei tassi USA, atteso entro la fine dell’anno. E se, come prevediamo, il mercato inizierà ad acquistare nell’ottica di un giro di vite della politica monetaria statunitense nei prossimi mesi, i titoli con duration più bassa faranno meglio rispetto a quelli con duration più elevata. Ciò spiega in parte il passaggio ai titoli high yield a scapito delle emissioni governative. La duration media dei titoli HY, di appena tre anni e mezzo, non è solo meno della metà di quella dei Bund, ma è anche inferiore alla duration della maggior parte delle principali asset class a reddito fisso.
L’appeal dell’high yield non dipende solo dalle caratteristiche tecniche del segmento. Il profilo creditizio delle società HY si conferma complessivamente solido, e diverse aziende hanno rafforzato i propri bilanci allungando la scadenza delle passività. Stando a parametri come il Liquidity Stress Index di Moody’s, che misura la liquidità degli emittenti di qualità inferiore, il numero delle società sotto pressione è modesto rispetto ai dati storici. Sotto questa luce, gli spread dei titoli HY europei di poco superiori a 400 punti base offrono una ricompensa più che sufficiente rispetto a un rischio di default di appena il 2,4% annuo.
Sul debito emergente in dollari manteniamo il sovrappeso. L’asset class ha dato prova di tenuta anche quando i timori per la crescita dei mercati emergenti si sono intensificati; merito, nostro avviso, della dinamica favorevole di domanda e offerta. Per il resto del 2015 prevediamo un’offerta netta di titoli di debito emergente in dollari inferiore a 1 miliardo di dollari, anche se gli investimenti netti nel settore sono rimasti in territorio positivo. Tali trend tecnici favorevoli dovrebbero confermarsi nel breve-medio periodo. Non ci attendiamo un ulteriore marcato apprezzamento del dollaro USA rispetto alle principali valute dei Paesi avanzati.