Pil Usa, dato pessimo. Ma il mercati badano solo alle banche centrali

La contrazione del Pil Usa si è rivelato superiore alle attese degli analisti, anche se non di molto. Risulta comunque il peggior calo dal quarto trimestre del 2008. “Considerando che il lockdown è iniziato nella seconda metà marzo, il record negativo non dovrebbe durare a lungo: il trimestre in corso rischia di essere molto peggio“, avverte Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr, che di seguito illustra la propria view.

I dettagli accentuano la debolezza, coi consumi giù del 7.6%. Nel breakdown, si vede che che servizi (-10.2) e beni durevoli (-16%) hanno mostrato le contrazioni di consumo maggiori, mentre i beni non durevoli (+6.9%) sono stati supportati dall’accumulo che abbiamo osservato ovunque, ma che peseranno sui mesi a venire.

Contributo positivo dall’ investimento in immobiliare residenziale, supportato da tassi bassi e bel tempo. Ma il dato delle 16 sulle pending home sales la dice lunga sulla sostenibilità dei progressi. Il canale estero ha contribuito anch’esso positivamente, perchè il calo dell’export (-15.3%) è stato più forte di quello dell’ import (-8.7%), visto che il lockdown è iniziato prima negli altri paesi.
Considerando che abbiamo ancora settimane di chiusura in molti stati importanti e la riapertura sarà graduale, è evidente che il peggio deve ancora venire.

Sconforto quindi? Nossignore. Complice la sospensione del titolo Gilead, a causa di notizie in uscita sul test del farmaco Remdesvir, l’azionario si è lanciato al rialzo praticamente in corrispondenza dell’uscita del dato.

Cosa è successo? Apparentemente i risultati dello studio fatto dal National Institute of Allergy and Infectious Diseases sono buoni. Più tardi anche il consulente della Casa bianca Fauci è intervenuto, definendo lo studio “buone notizie” e sottolineando che il farmaco ha chiari effetti di riduzione dell’ospedalizzazione dei pazienti. FDA starebbe collaborando con Gilead. Lancet continua però a indicare cautela, sostenendo che da studi condotti in Cina l’efficacia non è stata significativa.

Sicuramente queste news, per quanto controverse, costituiscono un catalyst positivo per l’azionario. Ma è notevole che la reazione al Pil Usa – orrido – sia stata totalmente ignorata. E come se gli investitori stessero aspettando di avere il report alle spalle per poi comprare con entusiasmo il mercato, qualunque numero fosse uscito.

Personalmente, vedo in questa reazione il fatto che gli investitori guardano ora essenzialmente all-opercato delle banche centrali.

E ieri la Fed, ancora una volta, ha lasciato i tassi di interesse degli Stati Uniti invariati fra lo 0 e lo 0,25% e ha annunciato l’uso “di tutti gli strumenti a disposizione per sostenere l’economia americana”, in evidente affanno a causa del propagarsi dell’epidemia di coronavirus.

Il presidente Powell nella conferenza stampa ha invitato anche il Governo a fare altrettanto, senza curarsi del bilancio federale: “Per anni ho predicato la necessità di mettere il debito su una traiettoria sostenibile. Questo non è il momento di preoccuparsi per il debito pubblico”, ha affermato Powell.

 

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