A cura di Pictet Am
Nella nostra allocazione regionale abbiamo deciso di sovraponderare le piazze azionarie emergenti, poiché le valutazioni dell’asset class sono diventate più interessanti grazie alla stabilizzazione delle condizioni economiche nei Paesi in via di sviluppo. Continuiamo ad apprezzare l’eurozona e il Giappone, dove i titoli azionari sono relativamente convenienti e le politiche monetarie sono destinate a rimanere straordinariamente accomodanti. L’aumento dell’esposizione alle azioni emergenti rispecchia il miglioramento delle dinamiche economiche, che crea i presupposti per una ripresa degli utili delle imprese emergenti (si veda grafico).
I nostri indicatori anticipatori proprietari si sono rafforzarti per il quarto mese consecutivo, suggerendo una stabilizzazione delle economie della regione. Il dinamismo economico è particolarmente sostenuto in Cina, dove si registra una modesta ripresa del settore industriale favorita dalla crescita del credito e da un lieve aumento delle esportazioni. Vi sono segnali che questo vigore economico si stia diffondendo ad altri Paesi dell’Asia emergente. Un altro importante fattore di sostegno è la politica monetaria cinese, oggi quanto mai espansiva. Questo miglioramento delle prospettive di crescita coincide con una fase in cui sia le valutazioni delle azioni emergenti, sia il posizionamento degli investitori, rispecchiano un pessimismo eccessivo. Dato il rallentamento delle revisioni al ribasso delle previsioni sugli utili osservato negli ultimi mesi, riteniamo che la flessione dei profitti societari in atto da quattro anni potrebbe presto fermarsi.
Considerando che le aspettative sulla crescita degli utili si attestano a un minimo pluriennale, le azioni emergenti potrebbero a nostro avviso riservare qualche sorpresa. L’eurozona rimane il nostro mercato azionario preferito in virtù del miglioramento delle prospettive degli utili nella regione. La politica monetaria accomodante e la buona tenuta dell’economia creano i presupposti per una ripresa dei profitti, mentre la debolezza dell’euro e i bassi prezzi del petrolio forniscono un importante elemento di supporto alle esportazioni e al potere d’acquisto delle famiglie. Le valutazioni azionarie europee sono inoltre le più interessanti del mondo sviluppato, sia rispetto alle obbligazioni che sulla base degli utili societari normalizzati. Inoltre, i titoli azionari dell’eurozona si attestano ai minimi di sempre rispetto ai loro omologhi statunitensi in termini di USD.
Un’altra isola felice è il mercato azionario giapponese. Quest’anno i titoli nipponici dovrebbero guadagnare il 7% in dollari USA, ma la performance potrebbe essere superiore. Come le imprese europee, anche quelle giapponesi hanno visto migliorare la propria competitività sul piano globale grazie a un effetto valutario, che dovrebbe proseguire in quanto la BoJ resta impegnata nel suo ingente programma di quantitative easing per conseguire il proprio obiettivo d’inflazione.
Le recenti revisioni dei dati relativi al terzo trimestre mostrano che l’economia non ha subito una contrazione, come si temeva. Le statistiche ufficiali segnalano invece una crescita modesta, favorita dall’aumento degli investimenti e della produzione industriale. Intanto, spinte dalle riforme della corporate governance, le società giapponesi aprono i forzieri e fanno un uso migliore dei propri bilanci, dando luogo a un cambiamento strutturale che dovrebbe condurre a un progressivo miglioramento del ROE del mercato. Negli Stati Uniti, per contro, la stagione dei risultati del terzo trimestre si è chiusa senza particolari entusiasmi, con il 65% delle società che ha superato aspettative già contenute. Gli utili operativi hanno registrato in media una contrazione dello 0,7%. Prevediamo un altro trimestre di profitti in calo, prima di una loro ripresa. Inoltre, a causa dell’aumento dei tassi d’interesse e del rallentamento delle dinamiche economiche, le imprese statunitensi avranno maggiori difficoltà a sovraperformare le loro omologhe del mondo sviluppato.
In termini di allocazione settoriale, abbiamo rafforzato il nostro orientamento verso i titoli ciclici incrementando l’esposizione a materiali e beni voluttuari e incamerando profitti sui titoli tecnologici. La ponderazione dei materiali è stata accresciuta per via della recente stabilizzazione economica in Cina e nei mercati emergenti. I tagli alla produzione operati da imprese estrattive come Anglo American hanno comportato una significativa riduzione della capacità, mentre i titoli azionari scambiano a multipli interessanti a seguito della brusca diminuzione delle quotazioni. Abbiamo inoltre innalzato a sovrappeso i beni voluttuari poiché questi ultimi sono destinati a beneficiare dell’aumento del potere d’acquisto delle famiglie dovuto al calo dei corsi petroliferi.