Portafogli “low carbon”

A cura di Sara Silano, Morningstar
Essere un investitore rispettoso dell’ambiente non significa necessariamente destinare una parte del portafoglio a fondi specializzati sulle energie pulite. E’ possibile scegliere uno strumento più diversificato in termini settoriali e geografici che però abbia titoli a basse emissioni inquinanti.
Dal maggio scorso, Morningstar attribuisce una designazione low carbon a questo tipo di fondi, che è ora disponibile anche nella scheda di ciascun prodotto sul sito Morningstar.it. Per riceverla, un comparto deve essere investito in titoli con un basso Carbon risk (misura della vulnerabilità di un’azienda alla transizione verso un’economia meno inquinata) e un coinvolgimento in fonti fossili inferiore alla media. I calcoli vengono fatti partendo dalle analisi di Sustainalytics sulle singole aziende, dalle quali emerge che circa 4 mila società a livello globale sono esposte ai rischi regolamentari, politici, sociali, di mercato e industriali derivanti da un’evoluzione verso uno sviluppo più sostenibile dal punto di vista ambientale.
I numeri
Se prendiamo una tipologia di fondi ed Etf (Exchange traded fund) molto diversificata come gli azionari internazionali large cap blend, notiamo che su 246 prodotti disponibili in Italia, 60 hanno il Morningstar Low Carbon designation. Questi ultimi si caratterizzano per un Carbon intensity decisamente più basso, hanno quindi delle aziende in portafoglio con un rapporto tra le emissioni di CO2 e i ricavi totali che è inferiore all’universo complessivo di riferimento. Inoltre, l’esposizione a fonti fossili è in media del 3,58% contro il 7,39% della categoria. Per il 27% è addirittura nulla.
Performance dei fondi azionari internazionali low carbon
Quali rendimenti
Per quanto riguarda le performance, è bene tenere presenti due aspetti. Il primo è che Morningstar ha lanciato queste metriche solo a maggio di quest’anno per cui è impossibile sapere se i comparti attualmente low carbon lo erano anche negli anni scorsi. Il secondo è che i rendimenti sono il risultato di molti fattori, tra cui le abilità del gestore e i costi. Non è dunque solo la tipologia di aziende in portafoglio che può spiegare una performance. Detto questo, il confronto con la categoria mostra dei ritorni medi sostanzialmente simili a tre e cinque anni.
I migliori
All’interno della categoria Azionari internazionali large cap blend, otto comparti si caratterizzano per avere il Low Carbon designation e il massimo del rating Morningstar di sostenibilità (5 globi). Tutti hanno un mandato socialmente responsabile, ossia adottano nella strategia di investimento, in qualche misura, i criteri ESG (Environmental, social, governance). Tra questi, due sono italiani, Etica Azionario e Eurizon Azionario internazionale etico, mentre uno solo ha l’Analyst rating ed è nell’universo coperto dal Morningstar Manager research team. Si tratta di Stewart Investors worldwide sustainability, che ha un giudizio qualitativo pari a Silver (report di Ronald van Genderen del 18 luglio 2018). Gli analisti di Morningstar apprezzano soprattutto la qualità della ricerca fondamentale, che pone al centro la sostenibilità degli utili e il modello di business. “Le valutazioni sono importanti, ma la qualità dell’azienda lo è ancora di più”, scrive van Genderen in una nota. “Il portafoglio è concentrato in circa 50 nomi ed è generalmente in sottopeso di Stati Uniti e mercati azionari sviluppati e in sovrappeso di emergenti rispetto ai concorrenti”.
Fondi azionari globali low carbon
 

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