Positivi su Usa e Giappone, selettivi sugli Emergenti

A cura di Anima Sgr
La view sul mercato azionario europeo è costruttiva, data l’attrattività di un mercato nel quale il posizionamento degli investitori stranieri è ancora basso. Nelle ultime settimane l’asset class ha registrato un trend positivo caratterizzato da una volatilità inferiore alla media degli ultimi sei mesi. Tale posizionamento viene supportato anche dal buon momento macroeconomico in Europa, confermato dagli ultimi dati PMI e dalla solida stagione degli utili per le aziende europee, dove il 63% ha battuto le stime degli analisti. Non bisogna comunque dimenticare i rischi: la primavera sarà una stagione molto importante, poiché si terranno due importanti elezioni politiche, nei Paesi Bassi e in Francia.
Riteniamo che le elezioni politiche francesi saranno l’evento più importante per il destino del mercato azionario europeo, con il rischio maggiore rappresentato da un eventuale ballottaggio tra il Front National dell’antieuropeista Marine Le Pen e una coalizione di sinistra guidata da Benoit Hamon.
Bisognerà prestare attenzione anche all’attuazione del programma politico di Trump: sarà importante la velocità con cui il nuovo governo potrà eseguire gli ambiziosi programmi di riforma fiscale, di aumento della spesa pubblica e di riduzione delle stringenti regole del mercato finanziario al fine di stimolare ulteriormente la crescita economica statunitense.
Prevale comunque una view costruttiva sull’asset class e, in questo scenario, ci aspettiamo che i settori ciclici(in particolare quelli finanziari e quelli composti da aziende esportatrici) possano continuare ad avere un performance migliore rispetto ai settori difensivi.
Italia: fragilità ed evoluzione. La situazione in Italia appare ancora fragile, ma in evoluzione. Il 2017 si è aperto con qualche spiraglio relativamente al settore bancario che ha fortemente penalizzato il mercato italiano nell’anno scorso: l’intervento governativo dovrebbe consentire di dare stabilità al sistema e sotto l’aspetto fondamentale il settore, superate le incertezze sulle attese ricapitalizzazioni, potrebbe beneficiare di un moderato rialzo dei tassi. Il contesto politico appare invece estremamente incerto e rimangono evidenti le difficoltà di intraprendere un virtuoso percorso riformatore e di riduzione del debito pubblico.
Sul fronte della crescita interna, rimaniamo fiduciosi sulla positiva dinamica dei consumi interni e che pertanto il graduale, per quanto contenuto, percorso di recupero del PIL possa proseguire. Per quanto riguarda i tassi in rialzo, essi sono storicamente associati ad una migliore performance  del settore finanziario, quantomeno in termini relativi, mentre il prezzo delle materie prime in rialzo va a beneficio del settore energetico e dei metalli di base. Per concludere, un ricorso alle urne che appare non imminente e il decreto per la stabilità finanziaria tendono  a diminuire nel breve le incertezze sulla situazione in Italia e aiutano un certo riposizionamento sul mercato 
Usa:  confermata la visione positiva.  L’elezione di Donald Trump e il suo programma volto a una politica fiscale espansiva dovrebbe aiutare gli utili societari e, di conseguenza, l’azionario statunitense, considerato il previsto impatto positivo sulla crescita derivante dall’aumento della spesa pubblica. Da inizio anno i settori più ciclici stanno primeggiando, primo tra tutti quello tecnologico. Per il 2017, inoltre, si prevede una accelerazione degli utili per il settore energetico, dei materiali di base, tecnologico e finanziario.
Nel dettaglio, gli utili hanno battuto le attese di circa il 4% nel quarto trimestre del 2016: se si assume questo trend venga mantenuto, gli utili potrebbero finire l’anno con una crescita del 10%. Inoltre il graduale rialzo dei tassi deciso dalla Federal Reserve (il primo effettuato alla fine del 2016) continuerà ad aiutare la ripresa degli utili del settore finanziario. Viste le valutazioni comunque già ricche, in ambito azionario Europa e Giappone restano preferibili agli Usa ma, in ogni caso, il premio per il rischio è ancora alto ed è a favore dell’investimento in azioni.
Emergenti: cautela e selettività. Dopo gli iniziali timori collegati a tassi obbligazionari americani e dollaro al rialzo, i Paesi Emergenti sono tornati tra le asset class preferite dagli investitori grazie a solidi fondamentali e ad un allentamento delle pressioni protezionistiche. Un dollaro più forte e tassi al rialzo spaventano meno rispetto al passato, grazie a bilance commerciali in surplus e stati patrimoniali in salute. Con migliori prospettive macroeconomiche a sostegno dei ricavi e della profittabilità, la generazione di cassa per i prossimi 2 anni potrebbe sorprendere in positivo favorendo i titoli ciclici.
Per la prima volta dopo diversi anni, il 2017 potrebbe vedere continue revisioni al rialzo delle stime sugli utili per l’anno in corso e, a oggi, ci si aspetta una crescita degli utili di circa il 15% nel 2017. Non bisogna, però, dimenticare i rischi: una corsa al protezionismo soprattutto da parte degli Stati Uniti permane e potrebbe essere fonte di turbolenze nel breve-medio periodo. Per questo motivo, è importante essere molto selettivi quando si investe sull’asset class.
Borse asiatiche: giudizio ancora positivo Il giudizio su queste borse resta positivo e ci aspettiamo che il trend prosegua nel medio periodo. Il mercato giapponese dovrebbe essere aiutato dalla stabilizzazione dello yen e dal dissiparsi delle paure riguardo revisioni degli utili, con gli investitori internazionali che potrebbero tornare agli acquisti dopo mesi di flussi negativi. L’incontro tra Shinzo Abe e Trump è stato letto in modo positivo dai mercati: il presidente americano sembra vedere nel Giappone e nel suo premier un importante alleato degli USA e ha ribadito il supporto a Tokyo anche su questioni militari.
L’area giapponese resta sicuramente interessante per diverse ragioni: il mercato azionario giapponese è particolarmente esposto ad un processo di reflazione e crescita globale; il deprezzamento dello yen è un ulteriore supporto alle revisioni degli utili; la politica monetaria resta particolarmente espansiva, così come quella fiscale.

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