Prese di profitto all’orizzonte

A cura di Antonio Cesarano, Chief Global Strategist, Intermonte SIM

Spread: l’area 230 punti base continua a rappresentare un importante supporto almeno prima della pubblicazione del Def e delle prossime aste Btp, entrambi attesi per il 27 settembre. Possibile pertanto un ritorno in area 250/260 punti.

Borse: la notizia di chiusura (per ora) ai negoziati da parte della Cina rende possibile questa settimana prese di profitto, in vista anche dell’importante giornata del 27 settembre quando contestualmente avremo la presentazione del Def e delle aste italiane.

I primi dieci giorni di ottobre potrebbero però far emergere nuovi flussi verso l’area Euro, in parte anticipati anche dal comportamento dell’euro che nel mese di settembre evidenza una forte e crescente correlazione con i mercati azionari. In particolare, i fattori a supporto di un recupero dell’azionario nella prima parte di ottobre sono:

  • Manovre espansive Cina che potrebbero beneficiare l’Area Euro.
  • Minori turbolenze dal fronte emergente, grazie anche alla chiusura dei mercati cinesidurante la prima settimana di ottobre (si celebra l’anniversario della fondazione dellaRepubblica popolare).

Attenzione però agli importanti avvenimenti da metà ottobre in poi tra cui le elezioni tedesche in Baviera (14 ottobre) e l’inizio della discussione in parlamento della legge di bilancio italiana.

Eur/Usd: in settimana sarà importante il contenuto della riunione Fed, in particolare i celebri dots ed il discorso di Powell. Possibile un’estensione del movimento di apprezzamento dell’euro fino ad area 1,1850.

L’ipotesi di arrivo di nuovi flussi in area euro nei primi 15 giorni di ottobre potrebbe temporaneamente portare la valuta unica in area 1,20/1,21, prima di una nuova fase di apprezzamento del dollaro che potrebbe iniziare dalla seconda parte di ottobre fino a novembre, in vista di possibili turbolenze politiche da Germania ed Italia.

Deflussi per azionario europeo (1,2 Mld di dollari) e per emergenti (0,7 Mld) e afflusso record settimanale per l’azionario USA (14,5 Mld), in parte condizionato anche da una profonda riclassificazione dei settori da parte S&P Global e MSCI (Google ad esempio non sarà più classificata come IT ma come “Communications”). In base a quanto riportato da BofA ML, dal 2008 ad oggi l’ammontare dei buyback USA ha superato il totale degli acquisti Fed nell’ambito del QE (4400 Mld vs 3600 Mld).

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