Privatizzazioni allo studio, ma non passerebbero dal mercato

Secondo il Sole 24 ore il governo si prepara ad aggiornare entro il 27 settembre l’obiettivo di privatizzazioni per il 2019 previsto dal Nadef da 18 miliardi ad almeno 5-6 miliardi, con l’obiettivo di realizzare le cessioni entro fine 2019. Lo ribadisce un report di Equita Sim.

L’unica strada percorribile in tempi rapidi sembrerebbe la cessione di quote di società pubbliche oggi controllate dal Mef alla Cdp. La condizione affinché Eurostat non sollevi obiezioni è che venga trasferita anche la governance (la cui implicazione più immediata è la titolarità dei nomi nel board e l’indirizzo strategico) e che ci sia una logica industriale. Il Mef comunque manterrebbe il potere decisionale, perché resta il socio di maggioranza di Cdp. L’articolo sottolinea che nessuna decisione politica al momento è stata presa.

Tra le partecipazioni detenute dal Mef ci sono il 53,4% di Enav (1.5 miliardi di euro), il 29,7% di Poste (3,9 miliardi), il 4,34% di Eni (2,2 miliardi), il 13,7% di Stm (2,2 miliardi), il 30,2% di Leonardo (2 miliardi), e il 68,2% di Banca Mps (1,2 miliardi ). Lo spostamento di queste società a Cdp comporterebbe un incasso di circa 13 miliardi di euro. Più complicato sembrerebbe il passaggio del 23,59% di Enel a Cdp (a prezzi correnti vale 15,9 miliardi) dato che diversi anni fa l’Antitrust giudicò incompatibile la partecipazione sia in Enel che in Terna (imponendo alla Cassa di liberarsi del 10% di Enel).

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