Procedura infrazione Ue contro il Regno Unito, che cosa risponderà l’Uk venerdì?

La Commissione europea ha aperto una procedura d’infrazione contro il Regno Unito per non aver presentato alcun candidato per il posto di commissario Ue, venendo quindi meno a un obbligo derivante dal diritto comunitario. Londra ha fino a questo venerdì 22 novembre per motivare la sua scelta rispondendo alla lettera inviata da Bruxelles. Se le spiegazioni fornite saranno ritenute insufficienti, la Commissione potrebbe deferire il caso alla Corte di giustizia dell’Ue.

Jed Odermatt

Jed Odermatt esperto di diritto europeo alla City Law School (City University of London) ha provato a immaginare cosa potrebbe accadere. “La decisione del Consiglio europeo di estendere il periodo previsto dall’articolo 50 (del Trattato Ue, ndr) comporta l’obbligo per il Regno Unito di indicare un candidato per il posto di commissario europeo. Questa decisione menziona anche il fatto che il Regno Unito debba agire in maniera costruttiva durante il periodo d’estensione. Siccome il Regno Unito continua a essere membro dell’Ue durante questo periodo, ha il dovere di mantenere uno spirito di sincera cooperazione, ovvero di non adottare provvedimenti che possano compromettere gli obiettivi comunitari”, sottolinea Odermatt.

“Non permettendo a uno Stato membro d’invocare condizioni prevalenti nel suo sistema legale per aggirare gli obblighi comunitari, la Commissione Ue ha mostrato di prendere sul serio il proprio ruolo di ‘guardiana dei trattati’. Anche dopo che il Regno Unito avrà lasciato l’Unione, il Withdrawal Agreement (la legge attuativa che permetterà l’uscita del Regno Unito dall’Ue, ndr) continuerà a consentire alla Commissione di presentare dei provvedimenti contro il Regno Unito davanti alla Corte di giustizia. È possibile quindi che nuovi casi di questo tipo finiscano davanti alla Corte Ue”.

Per il cattedratico britannico, “la lettera inviata dalla Commissione non richiede al Regno Unito di nominare un candidato prima del 22 novembre, ma di fornire una risposta. Il governo britannico continua a sostenere di essere in periodo pre-elettorale (il voto politico è previsto per il 12 dicembre, ndr) e di non poter quindi fare nomine internazionali. La Commissione analizzerà le osservazioni del Regno Unito e deciderà se emettere una richiesta formale di conformarsi alla legge Ue. È improbabile che la Commissione accetti la motivazione del Regno Unito, visto che gli Stati membri non possono invocare le proprie leggi nazionali al fine di giustificare un’inosservanza della legge Ue. Ci vorrà un po’ di tempo prima che il caso venga deferito davanti alla Corte di giustizia e il governo potrebbe quindi credere che il problema possa essere risolto prima di arrivarci”.

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