Prospettive più floride sull’inflazione

Di A. Delitala, Head of Investment Advisory e M. Piersimoni, Senior Portfolio Manager, Pictet AM

Il 2019 finisce all’insegna dell’ottimismo sui mercati in virtù degli sviluppi positivi tra Cina e Stati Uniti sul fronte della disputa commerciale, dell’esito ampiamente favorevole a Boris Johnson nelle elezioni parlamentari di inizio dicembre che scongiura il rischio immediato di una Brexit senza accordo e, sul fronte delle banche centrali, grazie a politiche monetarie ulteriormente espansive da parte della FED e dell’ECB.

Il miglioramento del quadro congiunturale provoca una risalita dei rendimenti globali con un irripidimento significativo delle curve dei rendimenti giustificato dalle politiche accomodanti delle banche centrali destinate ad accompagnare, almeno nel 2020, anche un’eventuale risalita dell’inflazione. Gli indici azionari registrano nuovi massimi e i mercati obbligazionari correggono in maniera marcata.

Le iniezioni di liquidità da parte della FED consentono ai mercati monetari di “scavallare” il fine anno senza le temute tensioni sui tassi Repo causando, al contempo, un significativo indebolimento del dollaro (1.1215 contro euro a fine anno). Per quanto riguarda gli indicatori macroeconomici possiamo osservare, a fine 2019, l’indice manifatturiero PMI globale in rialzo nonostante l’Eurozona, il Giappone e gli Stati Uniti d’America registrano una diminuzione.

Segnali che risultano contrastanti considerando i buoni valori di crescita della spesa al consumo negli USA e con il recupero delle breakeven inflations vediamo anche prospettive più floride sull’inflazione.

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