Pwc: i “top issues 2018” dei Servizi Finanziari

A cura di PWC
Verso un nuovo scenario competitivo. La crisi prima e la Brexit poi hanno impattato profondamente il settore finanziario italiano ed internazionale. Da una generale frammentazione del settore si sta assistendo a fenomeni di aggregazione nonché, al fine di sostenere i margini, valorizzazione di aree di business specializzate quali il credito alternativo (minibond, crowdfunding, private equity, venture capital, …) spinte anche dai nuovi IFRS che non rappresentano soltanto un’evoluzione contabile, ma una vera e propria rivoluzione per il business.
Stiamo assistendo anche ad un passaggio culturale che sposta la prospettiva delle istituzioni finanziarie, da una logica incentrata su prodotti, servizi e processi ad una visione che introduce logiche di rete, in cui l’impresa stessa diventa parte di un ecosistema più ampio, dinamico ed interconnesso, basato sull’economia della condivisione e sulla valorizzazione delle informazioni.
In questo contesto la crescita nel mercato di operatori non tradizionali, FinTech, InsurTech, Internet Giants, Istituti di Pagamento, sta rapidamente cambiando il modo attraverso cui i clienti acquistano, risparmiano ed investono, influenzando così i modelli di business tradizionali finanziari ed assicurativi e definendo nuovi modelli emergenti. L’ascesa delle Fintech spinge le istituzioni finanziarie a rivedere il proprio perimetro competitivo per capire quale strategia, di collaborazione piuttosto che di competizione, sia vincente per accrescere il proprio vantaggio competitivo.

Abbracciare oggi le tecnologie di domani. Non è un segreto che i servizi finanziari sono diventati un business a carattere digital. La velocità e l’estensione del cambiamento stanno rimescolando totalmente le carte in tavola. L’intelligenza artificiale costituisce oggi il pilastro fondamentale delle attività per le aziende leader, dal servizio alla clientela alla consulenza in materia di investimento. La tecnologia Blockchain, con la propria capacità di raccogliere grandi quantità di dati senza una clearing house, potrebbe sovvertire il modo di concepire un’enorme varietà di business. L’evoluzione del settore digital o dei processi di automazione robotica consentono di ottenere risultati precedentemente impensabili, se non attraverso l’utilizzo di un esercito di sviluppatori. Tutto però dipende da un efficace sistema di sicurezza informatica, che tenga al riparo dalle nuove minacce.
Presidiare il business nell’era digitale. La crescente digitalizzazione, se da un lato favorisce lo sviluppo di numerose opportunità, dall’altro offre il fianco a nuove e pericolose azioni di cybercrime. Le istituzioni finanziarie si stanno confrontando, non solo con l’esigenza di gestire al meglio nuovi rischi e nuove minacce, ma anche il crescente flusso di istanze normative e di regolamentazione.
Contenere strategicamente i costi. La percezione: i manager più esperti sanno come tagliare i costi in modo efficace. La realtà: se il principio di contenimento dei costi non viene incluso all’interno della mission aziendale, anche il più sofisticato piano di riduzione potrebbe fallire. Come decidere dove apportare tagli strategici rispetto a dove investire? E cosa dovrebbe guidare la pianificazione strategica in un contesto dinamico che potrebbe richiedere di cambiare completamente la strategia in pochi anni?
Anche le novità fiscali, ad esempio con l’introduzione del Gruppo IVA, relativamente alla prestazione di servizi infragruppo, porteranno le istituzioni finanziarie a nuove decisioni e orientamenti relativamente alle strategie di costo in un contesto già avviato di valutazione della semplificazione degli assetti societari e di esternalizzazione/cessione di funzioni aziendali specialistiche.
Adattarsi ai nuovi scenari regolamentari. In un contesto competitivo ad elevata complessità, acuita da una pressione sempre crescente dalla «incoming regulation», le istituzioni finanziarie stanno affrontando anche un cambio culturale, dovendo confrontarsi con aspettative dei supervisori sempre più orientate a logiche di best practice globali. I meccanismi regolamentari, ormai transnazionali, consentono alle istituzioni finanziarie di comprendere anticipatamente i cambiamenti, osservando e partecipando sempre più ai momenti di discussione a livello internazionale.
Le novità normative definiranno l’arena competitiva del futuro. MIFID2, nuova Payment Services Directive (PSD2), Global Data Protection Regulation (GDRP), etc… Oggi come non mai i confini tra diversi business vengono rimodellati da iniziative regolamentari. Tra i tanti rischi che le istituzioni finanziarie affrontano, uno di questi è spesso trascurato: il rischio connesso alla cultura organizzativa. I recenti scandali che in Italia hanno portato ad operazioni di salvataggio, per evitare casi di “fallimenti disordinati”, sono denotati da un’impronta comune, oggi come non mai sotto stretta attenzione: una ridotta cultura del rischio, che ha consentito il perpetuarsi di condotte poco corrette.
Lorenzo Pini Prato, PwC Financial Services Leader sottolinea: “In una congiuntura economica prolungata, caratterizzata da bassi tassi di interesse, molti operatori guardano al contenimento dei costi come una delle principali leve da attivare per sopravvivere, lasciando solo agli operatori virtuosi l’avvio di percorsi evolutivi votati alla ricerca di nuove opportunità di profitto mediante la strutturazione di nuovi modelli di business. Non sarà un percorso evolutivo semplice, ma la prospettiva garantisce periodi di ampie opportunità, da un lato, e la possibile fine di un’era storica, dall’altro.”
Fabiano Quadrelli, Partner, PwC Financial Services Consulting Leader afferma: “Tra un decennio i player di mercato staranno ancora sostenendo l’infrastruttura finanziaria, preservando il benessere ed espandendo la ricchezza, supportando l’industria, il commercio e aiutando la clientela a vivere meglio. I bisogni e le necessità non si esauriranno, cambierà solo il modo di soddisfarli. L’innovazione tecnologica è un fattore di discontinuità che può produrre importanti riflessi sui processi interni e sulle relazioni con l’ambiente esterno; l’innovazione però non è di per sé garanzia di successo, in quanto non è solo frutto di fattori dirompenti che mutano le cose, ma piuttosto è la capacità di materializzarsi nella velocizzazione dei processi operativi, nel lancio di nuovi prodotti o servizi, nella creazione di nuove modalità di contatto con la clientela, nella ricerca di nuove modalità di combinare prodotto e canali. Ciò è tanto più vero quanto si considera che le istituzioni finanziarie hanno da tempo imparato ad affrontare le innovazioni tecnologiche e a trarne vantaggio. Ma ciò che è richiesto oggi non è tanto la capacità di adeguarsi all’ennesima trasformazione tecnologica, quanto ripensare in chiave moderna il proprio business. E’, in primis, un cambiamento culturale, e quindi di lungo periodo, che va programmato bene, pena l’uscita dal mercato.

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