Quasi amici

A cura di Aqa Capital
È esattamente questo, quello che voglio: nessuna pietà. Spesso mi passa il telefono, sai perché? Perché si dimentica. È vero, non ha una particolare compassione per me, però è alto, robusto, ha due braccia, due gambe, un cervello che funziona, è in buona salute; allora di tutto il resto a questo punto, nel mio stato, come dici tu, da dove viene, che cosa ha  fatto, io me ne frego. (Philippe)
Il mio vero handicap non è la paralisi… è non avere più lei. (Philippe)
Philippe: Come si sente a vivere di assistenza?
Driss: Cosa?
Philippe: Non le dà fastidio campare alle spalle degli altri, non le dà qualche piccolo problema di coscienza?
Driss: A me no, e a lei?
Philippe: Ad ogni modo, pensa che sarebbe capace di lavorare? Di rispettare un contratto, degli orari, delle responsabilità?
Driss: Mi sbagliavo, ne ha di senso dell’umorismo.
Philippe: Ne ho tanto che ho pensato di prenderla in prova per un mese! Le lascio tutta la giornata per rifletterci; scommetto che non regge due settimane!

Citazioni  dal film: “Quasi amici” di Olivier Nakache, Éric Toledano.
In un’intervista alla Cbs, Donald Trump ha descritto la Ue come un «nemico» degli Usa, spiegando che il suo Paese ha «molti nemici» in particolare « in tema di commercio». «Non lo si crederebbe dell’Ue, ma sono un nemico». Trump ha indicato anche la Russia come un nemico «in certi aspetti», e la Cina «economicamente». Su quest’ultima ha precisato: «Non vuol dire che sono cattivi. Non vuol dire nulla. Vuol dire che sono concorrenti».
Le indiscrezioni sui contenuti di questa intervista hanno cominciato a diffondersi proprio quando l’Air Force One è  decollato da Glasgow, in Scozia, diretto in Finlandia poco prima del faccia a faccia con il leader russo Vladimir Putin di ieri pomeriggio. Via tweet la risposta a Trump del presidente del Consiglio Ue Tusk: «L’America e l’Ue sono i migliori amici. Chiunque dica siamo nemici diffonde fake news».
Mettiamola così, tra fake news e dati concreti, per Donald Trump, non per il popolo americano, l’Europa e Usa sono “quasi amici”. Ma è un’amicizia interessata: dipende dalla bilancia commerciale Usa.  Non è un problema di libero scambio. Anche togliendo balzi e balzelli, ovvero dazi e specifiche sui prodotti importati, quello che conta sarà il risultato finale ed oggi vi è un forte sbilanciamento a favore dell’Europa.
La soluzione, come sempre, è già scritta nei numeri e probabilmente è stata discussa tra Angela Merkel e lo stesso Trump nell’ultimo incontro sulla Nato. Il presidente Usa aveva attaccato la Germania di essere  sostenitrice della Russia, in quanto importatrice di gas da Mosca. Dopo uno  scambio privato di tre ore tra i due leader, Trump ha definito i rapporti tra Usa e Germania “ottimi”.  Secondo indiscrezioni, a porte chiuse si sarebbe discusso della  possibilità per la Germania di importare dagli Usa shale gas, dopo che gli impianti di liquefazione saranno pronti. L’amicizia di interesse sarebbe ripristinata.
Quasi amici, perché l’amicizia accetta l’altro per quello che è. Non vuole pietà ma schiettezza. Così devono essere i rapporti di libero scambio. Non imposizioni. Non dazi alla ricerca di un ritorno personale. Se acquisti il mio bene esportato è perché hai un ritorno: un rapporto qualità/prezzo che non riesci ad ottenere in patria. Nulla di più, se così non fosse è meglio utilizzare un bene nazionale.
Sul fronte oil, ancora una volta è Trump a dettare l’agenda. Il petrolio Brent è in ribasso dell’1,8% a 73,95 dollari il barile. La Casa Bianca, in vista delle elezioni di medio termine, vuole a tutti i costi far scendere i prezzi del carburante, tema delicatissimo per gli elettori. Per questa ragione, secondo quanto riporta Bloomberg, i vertici dell’amministrazione Trump starebbero pensando di utilizzare le scorte strategiche di greggio, per abbassare le quotazioni.
Non è una questione di amicizia è un problema di numeri, di sostenibilità e visione del futuro. Il consensus stima una crescita degli utili delle società quotate nell’S&P500 del 20% quest’anno. Al contrario una guerra commerciale a tutto campo, Cina compresa taglierebbe gli utili del 15%. Per questo l’indice americano sembra tenere. Nel lungo periodo, una nazione diventa florida non perché si protegge dietro i dazi o perché alza dei muri ma solo perché vende prodotti di qualità a prezzi competitivi.
I mondiali di calcio insegnano: er essere i più forti del mondo bisogna unire non dividere. La Francia è stata la Nazionale che è riuscita a integrare campioni molto diversi fra loro. Anche il film “Quasi amici”, racconta la nascita di un legame in grado di superare le barriere fisiche, mentali e culturali. Nei nostri portafogli cerchiamo di guardare ai dati, non nascondere le differenze e non cercare i brevi vantaggi offerti dalle barriere doganali. Preferiamo investire in aziende con prodotti che sono campioni internazionali per la loro qualità, efficienza e capacità di essere globali. Le Fang, i tech Usa, da anni combattono le muraglie cinesi che ne bloccano l’esportazione in Asia. Non temono nuovi  dazi ma al contrario sono abituati superarli. Risultato? In Borsa sono i campioni del mondo e anche questa settimana hanno registrato nuovi record storici. Questi sono i nostri “quasi amici” il resto sono solo fake news.

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