Recessione? Probabile solo per gli utili

“La nostra filosofia di investimento poggia sulla convinzione che gli attuali prezzi in borsa rispecchino tutte le informazioni a disposizione e che ciò trovi riscontro nel consenso degli analisti sulle attese degli utili. Di conseguenza, per generare rendimenti positivi, gli investitori dovrebbero provare ad anticipare i cambiamenti, privilegiando quei titoli ritenuti in grado di superare le attese degli analisti e penalizzando le società che, dal loro punto di vista, le deluderanno”. Parola di Gianmarco Mondani, CIO del team azionario non direzionale e co-gestore delle strategie azionarie long/short europee di GAM Investments.

“Tutto ciò trova conferma nel fatto che i titoli che sono stati interessati da revisioni positive degli utili, come dimostrano i dati di Bank of America Merrill Lynch dal 1993 alla fine del 2018, abbiano messo a segno performance significativamente superiori all’indice Eurofirst 300, mentre titoli i cui utili sono stati rivisti al ribasso hanno messo a segno performance più deboli – continua Mondani – Adottiamo una strategia incentrata sulla selezione bottom-up dei titoli che richiede profonda analisi fondamentale, cionondimeno riconosciamo l’importanza della valutazione dei fattori macro e l’influenza che tali fattori sono in grado di esercitare sulle prospettive di utili futuri. Su questo modello abbiamo individuato una serie di indicatori macroeconomici che possono essere impiegati per monitorare il mercato europeo: le variazioni a 12 mesi di rendimento delle obbligazioni europee, dell’indicatore sul mercato dei prestiti in Europa (dell’OECD), l’IFO tedesco, le variazioni di PPI in Europa, il coefficiente di revisione degli utili per azione globali a 3 mesi, e la variazione percentuale del PIL europeo su base annua”.

Tale analisi evidenzia come l’attività economica in Europa stia rallentando e, dal nostro punto di vista, potrebbe peggiorare ulteriormente. La speranza di ripresa a livello continentale tende a non essere trainata dall’Europa stessa, quanto piuttosto da altre macroregioni. “Non riteniamo che la ripresa in Europa sarà guidata dalla Cina, sulla base della crescita del dato M1 su base annua, dato sui livelli più bassi mai registrati – continua l’esperto di Gam – Anche l’impulso di credito nel paese è prossimo ai minimi storici e rimane in territorio negativo. Negli Stati Uniti, la curva del rendimento è vicina ai livelli più bassi registrati negli ultimi 20 anni e sono scesi gli ordini ISM, entrambi indicatori di una potenziale fase recessiva”.

Di conseguenza sembra poco probabile uno slancio proveniente dall’altra sponda dell’Atlantico e gli indicatori segnalano la probabilità di un ulteriore peggioramento delle condizioni economiche. “Nel frattempo siamo tornati ad un flusso stabile di utili al ribasso – prosegue Mondani – Abbiamo assistito a diversi profit warning per nomi noti in settori quali il tech, hotel, lusso e aviazione tra gli altri, spinti da una debole crescita degli utili e dalla pressione dei costi. Potremmo anche assistere ad un incremento dell’inflazione salariale. Potrebbe non verificarsi una recessione completa, ma è probabile che assisteremo ad una recessione degli utili”.

Nel complesso, è probabile che società con una traiettoria di crescita visibile grazie ad opportunità strutturali registrino performance più interessanti. I temi più interessanti da seguire nel corso dell’anno includono le società dotate di pricing power, società IT con altra crescita, crescita resiliente nel settore dei servizi, crescita strutturale nel settore della difesa e crescita sia sul fronte delle rinnovabili che dell’healthcare.

“Allo stesso tempo ci sono settori che stanno affrontando problemi e sfide strutturali, come il digitale e la novità derivante dalla nuova tecnologia nel settore dei consumi, le società sotto la pressione del reddito disponibile in UK, aspettative troppo alte in termini di leva operativa sugli industriali, il calo dei canoni per gli immobili ad uso commerciale, la pressione sui margini delle concessioni aeroportuali e il picco nel settore dei semiconduttori: aree, quindi, che potrebbero potenzialmente offrire opportunità di posizionamento short – conclude Mondani – Il rischio principale, dal nostro punto di vista, risiede nella possibilità che un esito estremamente positivo delle negoziazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina possa condurre ad un balzo dell’attività economica a livello globale.

Nonostante il settore degli industriali stia già trattando vicino ai massimi storici in termini di valutazione, ciò potrebbe favorire un’ulteriore accelerazione degli utili danneggiando di conseguenza le nostre posizioni short. Stiamo tenendo sotto controllo questa evenienza attraverso i nostri principali indicatori economici e siamo pronti a modificare la nostra posizione qualora divenisse necessario”.

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