Regioni e settori azionari: aspettative ambiziose nei confronti degli Usa

a cura di Pictet AM

Una crescita economica più debole e condizioni monetarie più rigide potrebbero combinarsi per mantenere le azioni in un intervallo ristretto nei prossimi mesi, nonostante le prospettive per i mercati europei e alcuni settori azionari ciclici rimangano brillanti.

Vediamo un potenziale limitato per i titoli statunitensi, quindi rimaniamo sottopesati sulla regione. Le società statunitensi hanno riportato risultati migliori del previsto nel primo trimestre, ma si intravedono segnali di rallentamento della crescita degli utili.

Il rapporto tra le società statunitensi che hanno migliorato le previsioni di utili e quelle con previsioni deteriorate è sceso ad appena il 3% nel mese scorso dal livello record del 22% ad inizio anno.

In questo contesto, le attese degli investitori sulla crescita degli utili tra le società comprese nell’S&P 500 quest’anno paiono poco realistiche, al 20%. Tali proiezioni paiono ancora meno raggiungibili considerando che richiederebbero una crescita del PIL nominale statunitense del 6% in base ai nostri calcoli, un livello registrato l’ultima volta nel 2005.

Sull’altra costa dell’Atlantico, manteniamo la preferenza per i titoli dell’eurozona. I mercati della regione conservano valutazioni ragionevoli, mentre le condizioni economiche e gli utili societari hanno spazio per un ulteriore miglioramento rispetto a quelli USA. Inoltre, le società europee probabilmente beneficeranno di un euro più debole – prevediamo un indebolimento della valuta nei prossimi mesi – e di un minor costo del capitale. Ci aspettiamo un restringimento a favore delle società europee del divario del rapporto prezzo-valore contabile degli indici S&P 500 e Stoxx Europe 600, che si attesta ad un livello record dell’85%.

Altrove, nonostante la nostra prospettiva di lungo termine positiva per le azioni dei mercati emergenti, registriamo turbolenze a breve termine derivanti da un dollaro più forte e dal posizionamento tirato degli investitori. Pertanto manteniamo la nostra posizione neutra sulla regione dei mercati emergenti.

A livello settoriale, continuiamo a privilegiare i titoli legati all’energia, che dovrebbero essere sostenuti dall’aumento dei prezzi del petrolio. Manteniamo una posizione sottopesata in altri settori difensivi, come i servizi di pubblica utilità e i beni di consumo di base, mentre continuiamo a privilegiare alcuni settori ciclici poco costosi, come i titoli finanziari e quelli legati ai materiali. Detto ciò, l’investimento nei titoli ciclici è diventato meno invitante, dato che i titoli ciclici globali sono attualmente scambiati ad un premio del 22% su base rettificata al ciclo rispetto alle controparti difensive. In termini di capitalizzazione di mercato, i titoli ciclici hanno sovraperformato quelli difensivi del 40% da luglio 2016 – il terzo maggior rally registrato. Se la debolezza della crescita economica globale dovesse persistere, saremmo disposti ad aumentare l’esposizione ai titoli difensivi.

 

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