Reti 5G, la via per il futuro che divide Usa e Cina

A cura di Kim Catechis, Head of Investment Strategy di Martin Currie (affiliata Legg Mason)

La quarta rivoluzione industriale si caratterizza per gli importanti passi in avanti che ci aspettiamo nell’ambito tecnologico, specialmente per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, la guida autonoma etc. In effetti stiamo continuando a sottovalutare la vasta gamma di aree delle nostre economie e, in generale delle nostre vite, che verranno cambiate dalla rivoluzione tecnologica. Il fattore più importante di questa rivoluzione è dato dalla tecnologia del 5G, che per questo è l’epicentro degli scontri geopolitici in atto.

Sono tante le caratteristiche che rendono così cruciale il 5G, in particolare quelle che riguardano la latenza e quelle relative al così detto “slicing”. Uno dei principali miglioramenti offerti dal 5G è una latenza estremamente bassa, virtualmente non percepibile dall’utente (la latenza è il tempo che serve per ricevere risposta da un server). Per un’azienda o per una fabbrica, questo passo in avanti è davvero molto prezioso, in quanto significa poter utilizzare il sistema dei cloud non solo come metodo di archiviazione e condivisione ma anche come vero e proprio miglioramento delle prestazioni.

Gli utenti saranno in grado di operare un effettivo upgrade della capacità di elaborazione dei device connettendoli al cloud e usando macchinari più specifici che si trovano in altri punti del sistema organizzativo e che permettono di arrivare a soluzioni più complesse in tempo reale. Questa funzionalità è estremamente importante, in quanto consente il reale sfruttamento delle capacità del cloud computing e permette quindi nuovi entusiasmanti sviluppi in una vasta gamma di settori. Nell’assistenza sanitaria, ad esempio, ciò renderà possibili consultazioni a distanza tramite ologrammi 3D e persino interventi di chirurgia a distanza. Per quanto riguarda i trasporti, il 5G rende il concetto dei veicoli autonomi molto più realistico, specialmente se consideriamo la necessità di ricevere informazioni in tempo reale sul movimento degli altri veicoli che si trovano in strada.
L’altro fattore chiave di differenziazione dell’architettura 5G è lo slicing. Dal punto di vista geopolitico questa è la questione chiave. Il 5G infatti, consente all’operatore (o presumibilmente il proprietario dell’infrastruttura) di dividere letteralmente una rete in molte reti virtuali più piccole. L’idea è che questa possibilità tecnologica possa consentire di fornire livelli di servizio diversi a clienti diversi. Per gli operatori, questa è una condizione ottimale, in quanto riduce il costo marginale della fornitura di ogni network aggiuntivo, poiché proviene tutto dall’infrastruttura esistente.

Il sistema 5G ha anche degli elementi controversi: ad esempio, è teoricamente possibile per il sistema “spegnere” determinati utenti a piacimento o focalizzare gli attacchi informatici su sottoinsiemi della rete senza influire sull’intera architettura. La percezione è che le reti 5G dipenderanno da una moltitudine di switch e router fisici che sono vulnerabili all’hackeraggio da parte delle persone che li costruiscono. Da un punto di vista tecnico, probabilmente, la principale minaccia hacker riguarda l’IoT. Per questo motivo, abbiamo visto come le società statunitensi stiano bloccando l’acquisto di apparecchiature cinesi per le infrastrutture di comunicazione; inoltre gli Stati Uniti stanno tentando in modo molto netto ed esplicito di portare i paesi terzi a fare altrettanto.

Il tentativo di bloccare Huawei

Australia e Nuova Zelanda sono stati i primi due paesi che, su richiesta degli Usa, hanno negato a Huawei la possibilità di fornire il proprio hardware per la struttura del 5G. Per molti paesi la richiesta degli Usa è molto scomoda, visto che Washington non ha mai mostrato delle prove che evidenziassero la malafede di Huawei.

Huawei è il leader mondiale per quanto riguarda l’hardware 5G e fabbrica prodotti altamente specifici a costi significativamente più bassi rispetto ai competitor occidentali. Rispetto a ciò, l’amministrazione americana si è dimostrata incoerente nei messaggi che ha voluto mandare. A un certo punto Huawei era stata classificata come un “rischio per la sicurezza nazionale”, salvo il fatto che, poche settimane più tardi, Washington abbia proposto di rimuovere Huawei dalla black list in cambio di un buon accordo commerciale con la Cina. Quando si è capito che non si sarebbe arrivati ad una soluzione in tempi brevi, gli Usa hanno ribadito la propria ostilità nei confronti dell’azienda cinese. Le richieste apparentemente irregolari di bloccare Huawei hanno portato molti paesi ad andare avanti con quella che sembra la scelta ovvia (verde sulla mappa).

I paesi in rosa stanno attuando la propria due diligence e, finora i loro servizi di sicurezza hanno dichiarato di ritenere che la minaccia sia perfettamente gestibile. In effetti stiamo già assistendo allo sviluppo di due standard 5G diversi e non compatibili tra loro. Le catene del valore sono già state stravolte e Huawei ha accelerato il suo programma per sviluppare il proprio sistema operativo.

Per gli investitori, le implicazioni sono chiare: in primo luogo, le spese in conto capitale saranno significativamente più elevate nello sviluppo del 5G e l’attuazione potrebbe essere più lenta del necessario. In secondo luogo, una minore concorrenza da parte di Huawei implica logicamente prezzi più elevati per i clienti 5G in occidente. Inoltre, per molti paesi il costo della mancata scelta di Huawei per il 5G sarà considerevole, in quanto implica il costo aggiuntivo della rimozione della rete 4G esistente (inserita da Huawei) per essere conforme alle nuove normative anti-Huawei.

A trarre vantaggio da questa situazione sono i produttori di memorie ad alte prestazioni come Samsung Electronics, SK Hynix e Tsmc che vedranno crescere la propria importanza. Nel frattempo, Ericsson e Nokia vinceranno in Occidente, mentre Huawei sarà incontrastata negli oltre 80 paesi coinvolti nella Nuova Via della Seta.

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