Ripensare il processo di investimento per far fronte ai nuovi rischi

a cura di Koen Van de Maele, Deputy Chief Investment Officer, Candriam

Ci troviamo in un territorio inesplorato in cui le correlazioni potrebbero evolvere in qualsiasi senso. Il rischio politico osservato nel 2016 sarà affiancato dalle elezioni in Europa e dalla nuova presidenza USA. Esistono varie modalità di ripensare il processo di investimento per prepararsi a tali rischi e nuove fonti di diversificazione possono contribuire a ridurre la volatilità. Un adeguamento del processo di investimento e l’utilizzo di una gamma di fondi a rendimento assoluto con strategie di diversificazione potrebbero aiutare a ottenere rendimenti positivi, una volta considerato il rischio.

La diversificazione è un ingrediente fondamentale per il successo dei portafogli multi-asset. La teoria è semplice, la pratica più complessa. Le correlazioni negative tra azioni e obbligazioni hanno sostenuto la costruzione dei portafogli per molti anni. In tempi di avversione al rischio, le obbligazioni sono aumentate di valore e quando la propensione al rischio degli investitori è migliorata le azioni hanno sovraperformato. Finché gli investitori hanno ponderato ogni asset class in funzione del livello di rischio, i rendimenti complessivi hanno risposto alle aspettative. Tale metodo di costruzione dei portafogli è tuttavia sempre meno efficiente e nell’arco dei primi mesi del 2015, per la prima volta dalla fine del XX secolo, le correlazioni tra azioni e obbligazioni europee sono divenute positive.

Sulla scia dell’allentamento quantitativo, le asset class sono sempre più correlate e molte asset class, tra cui gli asset reali, si sono apprezzate fortemente.

L’avvento delle correlazioni positive non dovrebbe sorprendere gli investitori. Un’analisi a lungo termine rivela che la correlazione negativa azioni/obbligazioni è un fenomeno relativamente nuovo. I dati storici degli ultimi 40 anni provenienti dagli USA mostrano che le correlazioni negative sono state osservate solo negli ultimi 15 anni.

Molti degli attuali processi di costruzione del portafoglio sono stati elaborati nel corso degli ultimi 10-15 anni, e alcuni di essi non si sono ancora adattati al cambiamento di senso delle correlazioni.

Per reagire al cambiamento, il primo tipo di azione consiste nel mettere in campo nuove fonti di diversificazione. Riteniamo che le strategie relative value siano una modalità di diversificazione indipendentemente dalla correlazione azioni/obbligazioni, positivo/negativo. Esempi di tali strategie sono le operazioni su cambi, perché esistono svariati cross valutari potenziali e molte valute con correlazioni negative con altre asset class. Alcune valute rifugio, come yen o franco svizzero, acquistano valore in fasi di turbolenza del mercato. Propendiamo anche per le strategie azionarie relative value.

Le strategie relative value devono avere correlazioni negative con il resto del mercato per offrire vantaggi di diversificazione. Inoltre, gli asset selezionati non devono essere sopravvalutati se si tiene conto dei fondamentali.

Infine, il carry deve essere positivo o, almeno, non sostanzialmente negativo. Un’operazione relative value corta sul dollaro australiano e lunga sul franco svizzero, ad esempio, pagherà un premio. La stessa strategia si applica alle strategie azionarie, in cui andare corti su una società o su un indice con rendimenti relativamente elevati è oneroso.

Riteniamo che un overlay di una serie di tali strategie di diversificazione possa stabilizzare l’intero portafoglio, contribuendo ai rendimenti e migliorando il profilo di rischio.

Altre possibili fonti di diversificazione comprendono azioni long/short e strategie CTA, che tendono ad avere una correlazione negativa con asset rischiosi in periodi di stress e possono pertanto costituire un fattore di diversificazione ideale per i portafogli multi-asset.

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