Ripresa post-Covid, reddito fisso e azionario: l’outlook 2021 di Columbia Threadneedle

Le prospettive globali per il 2021 a cura di Columbia Threadneedle Investments.

Reddito fisso, flessibilità e diversificazione

A cura di Gene Tannuzzo, Vice responsabile reddito fisso globale

Ricercare reddito negli strumenti di credito. La risposta aggressiva della Federal Reserve statunitense alla pandemia di coronavirus ha spinto i rendimenti dei titoli di debito rifugio vicino allo zero, rendendo i portafogli “a basso rischio” sempre più vulnerabili alla volatilità dei prezzi ascrivibile ai tassi d’interesse. A nostro avviso la Fed manterrà questo orientamento accomodante per diversi anni, il che potrebbe impedire un netto aumento dei rendimenti. Tuttavia, ciò non implica necessariamente un calo dei rendimenti, e il rischio appare asimmetrico dato che i bassi rendimenti non riescono a proteggere da un incremento anche solo modesto dei tassi.

Di conseguenza, gli investitori dovrebbero considerare la possibilità di bilanciare il rischio di tasso d’interesse concentrandosi su aree del mercato obbligazionario maggiormente incentrate sul credito. Gli sforzi della Fed per spingere al ribasso i rendimenti dei titoli di Stato di alta qualità stimolano notevolmente la domanda di strumenti creditizi, in quanto obbligano gli investitori ad assumere posizionamenti più rischiosi al fine di generare reddito. Questa domanda, unita alle prospettive di un’ulteriore crescita economica, depone complessivamente a favore degli strumenti creditizi.

Rimanere flessibili e continuare a diversificare. Dopo un sostanzioso rally durante il quale i prezzi hanno recuperato il 20% o più, attualmente nella maggior parte dei segmenti del reddito fisso la compensazione del rischio è inferiore alla media di lungo periodo. Anche in termini di valore relativo il quadro appare equo, a suggerire che un approccio diversificato all’allocazione settoriale può produrre risultati corretti per il rischio migliori di quelli ottenuti con un’allocazione più concentrata.

Ravvisiamo l’opportunità di diversificare il rischio di credito ripartendolo tra debito societario, debito pubblico e debito al consumo, aree che hanno tutte registrato un notevole miglioramento dopo la fase acuta della crisi. Altrettanto importante è che gli investitori rimangano flessibili e pronti a ribilanciare i portafogli in caso di variazioni sul fronte del valore relativo. L’agilità sarà probabilmente un fattore chiave per massimizzare i rendimenti nel 2021, in quanto consentirà agli investitori di preservare l’equilibrio tra il reddito e la protezione del capitale.
La selezione dei titoli dovrebbe rivelarsi un significativo driver di sovraperformance. Secondo il nostro scenario di riferimento, l’economia continuerà a recuperare terreno per tutto il 2021, anche se con una maggiore differenziazione tra i vincitori e i vinti della pandemia. Il cambiamento delle dinamiche della domanda e la prospettiva di una ripresa disomogenea influiranno sui settori e sugli emittenti in modi radicalmente diversi. Riteniamo che anziché essere passivamente esposti al rischio di mercato, gli investitori debbano concentrarsi sulla selezione dei titoli per evitare potenziali scenari negativi che possano ridurre notevolmente le opportunità di reddito e di rendimento totale.

Un’efficace ricerca sul credito in grado di individuare le tendenze potenzialmente più durature (soprattutto quelle che si traducono in un calo permanente della domanda) costituisce uno strumento indispensabile nell’odierno contesto di bassi rendimenti. Nel 2021 la selezione dei titoli potrebbe rivelarsi lo strumento di gestione del rischio più valido nel reddito fisso.

Investment grade, gli effetti delle misure fiscali

A cura di Alasdair Ross, Responsabile titoli investment grade Emea

I mercati dei titoli investment grade hanno beneficiato direttamente delle misure fiscali finalizzate a mantenere aperto il canale del credito, come i programmi di cassa integrazione, i prestiti diretti, la tolleranza del settore bancario e l’ampliamento dei programmi di acquisto di obbligazioni societarie.

Il progressivo ritiro di queste misure potrebbe far aumentare il rischio di default o di declassamento, ma a giudicare dalla composizione del mercato ciò non dovrebbe causare eccessive preoccupazioni: le prospettive in alcuni settori appaiono altrettanto positive, se non migliori, di quelle riscontrate nel periodo precedente la pandemia.

Anche nei settori più colpiti molte società con rating investment grade possono avvalersi di importanti strumenti, come il taglio dei costi, la riduzione della spesa per investimenti, la gestione del capitale circolante e l’attività inorganica, ad esempio la vendita di attivi, la riduzione dei dividendi o gli aumenti di capitale.

La combinazione di fattori politici e il fatto che questa classe di attivi possa ridurre la leva finanziaria (cosa che i team di gestione cercheranno senz’altro di fare) ci rende abbastanza ottimisti per il futuro, più di quanto non fossimo all’inizio dell’anno.

Azionario, i temi chiave per i prossimi mesi

A cura di Nicolas Janvier, Responsabile azionario Usa, Emea

Mentre inizia la fase di ripresa, il team azionario statunitense lavora a stretto contatto con il team di ricerca fondamentale per analizzare due importanti temi che influiranno sul posizionamento settoriale e sulla selezione dei titoli nei prossimi mesi.

Il primo è la spesa per consumi. La situazione finanziaria delle famiglie è decisamente più solida rispetto alla fine delle precedenti recessioni, ma nel 2021 la spesa per consumi esibirà trend diversi da quelli osservati prima del Covid. L'”economia dell’esperienza”, emersa con vigore nello scorso decennio, evidenzierà la crescita più sostenuta. Ciò significa che il turismo, l’intrattenimento fuori casa e le spese per il tempo libero ne trarranno vantaggio. I viaggi d’affari non torneranno tuttavia ai livelli precedenti: il calo sarà significativo, pari forse addirittura al 50% rispetto ai livelli pre-crisi.

Il secondo tema riguarda l’aumento della leva operativa e della redditività dovuto al mutamento dei costi aziendali, in un contesto di recupero dei ricavi. Cercheremo di individuare le società che sono riuscite a ridurre in modo permanente i costi operativi durante la pandemia.

La presidenza di Joe Biden con un governo diviso potrebbe essere positiva per le utility (il trend a favore della generazione di energia più pulita dovrebbe proseguire a vantaggio delle aziende regolamentate), il settore immobiliare, i beni di prima necessità e i materiali. Le prospettive sono probabilmente meno rosee per la salute, l’energia e la finanza. Sono infatti diminuite le probabilità di aumento delle imposte societarie, il che è positivo per il settore finanziario, che tuttavia risente delle prospettive di un inasprimento normativo.

Regno Unito

A cura di Richard Colwell, Responsabile azionario Regno Unito, Emea

Il Regno Unito continua a non incontrare il favore degli investitori: solo la Russia e il Brasile hanno registrato risultati più deludenti da inizio anno, e i responsabili dell’asset allocation evitano tuttora le azioni britanniche, che appaiono ancora più sottovalutate rispetto a un anno fa. In generale, le società internazionali quotate nel Regno Unito presentano uno sconto pari a due volte quello che avrebbero se fossero quotate in Europa o negli Stati Uniti e uno sconto medio del 40% rispetto all’Msci World.

La scarsa attrattiva del Regno Unito è espressione del forte allineamento del consenso sui diversi mercati. Continuiamo a credere fermamente nel Paese, ma le tendenze spesso si protraggono più a lungo del previsto. Ciò crea l’opportunità che vediamo oggi, in quanto amplifica l’impatto della futura svolta nella dinamica di mercato. Tuttavia, la finestra per sfruttare questo valore potenziale si sta chiudendo. In un modo o nell’altro la Brexit si farà e finalmente l’incertezza verrà meno. Di conseguenza, l’attività di fusione e acquisizione resta intensa e accelera, a suggerire la volontà di ignorare il rumore a breve termine e di concentrarsi sulle valutazioni, ma non da parte degli operatori del mercato, bensì delle società statunitensi e di private equity che vedono che il tempo sta per scadere. Gli operatori esitano ancora a sfruttare questo arbitraggio valutativo, ma aspettando di avere maggiori certezze rischiano di lasciarsi sfuggire l’opportunità.

I dividendi svolgono un ruolo fondamentale ai fini di pensioni, risparmio e reddito della popolazione britannica. La natura senza precedenti della pandemia e la conseguente necessità per le aziende di ripristinare la propria liquidità si sono tradotte in aprile e maggio in una contrazione delle distribuzioni di dividendi tra le più rapide, pronunciate e generalizzate mai osservate. Questo processo si verifica alla fine di ogni ciclo, ma il Covid-19 lo ha concentrato in sole tre settimane. Tuttavia, da allora la situazione si è stabilizzata, la dinamica è cambiata e 60 società hanno già ripristinato i dividendi. Altre seguiranno il loro esempio.

Guardando al futuro, ci aspettiamo politiche più prudenti e una migliore copertura, e anche nello scenario più sfavorevole entro il prossimo anno il mercato britannico dovrebbe continuare a offrire un buon premio di rendimento rispetto alle obbligazioni. Per il momento, tuttavia, i bilanci e la liquidità sono di primaria importanza.

Importanti cambiamenti all’orizzonte per il 2021

A cura di Ann Steele, Gestore di portafoglio, Azioni europee

Nel 2021 il mondo cambierà! La Brexit si sarà conclusa, vi sarà un nuovo presidente alla Casa Bianca e i vaccini contro il Covid-19 saranno disponibili. I trend negativi del 2020 non si sono ancora del tutto esauriti, ma possiamo essere ottimisti. Ci aspettiamo una netta ripresa degli utili di società penalizzate dal virus, nonché sostegno dalle misure di stimolo fiscale, abbondante liquidità e una ripresa per le aziende e i consumatori.

L’Europa vanta un gran numero di aziende solide con marchi validi, competitive a livello globale e che possono contare su un eccellente potere di prezzo e su un’ottima gestione. Gli utili dovrebbero recuperare terreno e le società che hanno retto alla crisi e che sono state ipervendute nel 2020 dovrebbero registrare un rimbalzo. Alcune aziende non sopravviveranno o saranno penalizzate dalla crisi. Quindi, data la presenza di leader e fanalini di coda, le performance come sempre dipenderanno dalla selezione dei titoli.

La Brexit potrebbe danneggiare notevolmente le imprese sia europee sia britanniche. Un’uscita senza accordo è ancora possibile, ma appare più probabile un accordo “di base”, in quanto la buona volontà di entrambe le parti dovrebbe assicurare il raggiungimento di un’intesa. Tuttavia la complessità delle catene di produzione e delle operazioni continua a far temere potenziali destabilizzazioni.

Nel 2021, Joe Biden potrebbe concordare un’agenda globale comune con la Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, con un nuovo orientamento degli Stati Uniti sul tema. Tenuto anche conto del recente annuncio dell’intenzione della Cina di azzerare le emissioni nette di carbonio entro il 2060, tali sviluppi potrebbero inaugurare l’avvio di una politica coerente su scala globale; è quindi essenziale rivalutare il posizionamento sui temi ambientali a livello mondiale.

Ripresa post-Covid, il ruolo del settore tech

A cura di Soo Nam NG, Responsabile azionario asiatico

Con il progressivo ritorno alla normalità, la presidenza di Joe Biden produrrà probabilmente più risultati positivi per tutti non solo grazie all’imminente arrivo di un vaccino, ma anche sul fronte geopolitico. Gli sforzi di Biden per “guarire l’America” dovrebbero avere ricadute positive anche sul resto del mondo e sulle relazioni tra Stati Uniti e Cina. È prevista una distensione anche tra Cina e Australia, ma alcuni danni permarranno.

La prospettiva di una ripresa post-Covid dovrebbe tradursi in ottime performance delle economie di tutto il mondo, con la crescita dell’Asia nuovamente ancorata alla Cina, dove si prevede un’espansione del Pil reale di circa l’8%.

In questo contesto, il 2021 dovrebbe essere un altro anno favorevole per le azioni, con performance settoriali probabilmente meno polarizzate. I settori non tecnologici dovrebbero registrare una netta ripresa, ma anche le azioni delle società tecnologiche dovrebbero conseguire buoni risultati: temi come il 5G, l’intelligenza artificiale, i big data, i veicoli elettrici, il cloud computing, l’e-commerce e il video live-streaming dovrebbero godere ancora di un notevole slancio.

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