Sale lo Spread? Ecco come approfittarne

Nella Newsletter n° 209 di FinanzaOperativa.com, mandata ai lettori che hanno sottoscritto il servizio venerdì 11 maggio, l’apertura era così intitolata: “Sale lo Spread? Ecco come approfittarne“. Meno di una settimana fa le quotazioni sfioravano i 140 punti, ora siamo oltre la soglia dei 150. Riproponiamo quindi, in vista di un possibile ulteriore allungo del differenziale tra il Btp e il Bund, l’articolo pubblicato contenente, tra l’altro, anche gli strumenti per sfruttarne a Piazza Affari l’ascesa.

Non tutti i mali vengono per nuocere. Soprattutto in Borsa, dove se da un lato gli investitori sono preoccupati dal repentino aumento dello spread Btp/Bund in scia al difficile parto di un esecutivo che pare ancor meno gradito alla platea internazionale dell’impasse politica che lo ha preceduto, dall’altro gli stessi investitori (o almeno una parte di essi) ha la possibilità di trarre vantaggio da questo scenario.

Come? Per esempio attraverso gli Etf quotati a Piazza Affari che puntano su un ribasso del Btp (e di riflesso su un rialzo del suo rendimento): il Lyxor Btp Daily Short Ucits Etf – Acc, il Boost Btp 10y 3x Short Daily, e il Boost Btp 10y 5x Short Daily Etp, questi ultimi due addirittura rispettivamente a leva tripla e quintupla. E dal punto di vista tecnico il differenziale tra il decennale governativo italiano e l’omologo tedesco, al momento prossimo alla soglia dei 140 punti sui livelli di fine febbraio, potrebbe (il condizionale è più che mai d’obbligo) tornare a testare in prima battuta quota 150 e in seguito risalire fin oltre la soglia dei 160 punti come accaduto all’inizio di quest’anno. Non solo. A essere maggiormente penalizzate in questo scenario, probabilmente, saranno le principali banche italiane. In questo però, per sfruttare la potenziale dinamica, occorre puntare (al ribasso) sui singoli titoli del comparto perché sul listino di Borsa Italiana non ci sono Etf short strutturati su questo settore. Attenzione però: se dovesse proseguire il recupero di Wall Street (nonostante non si siano ancora smorzati i contraccolpi legati alla decisione di Trump di ritirarsi dall’accordo sul nucleare iraniano e vista la resilienza del dollaro), sarà ben difficile che il nostro listino possa accusare delle vistose correzioni, banche comprese.

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