Sbloccare il capitale umano è oggi essenziale nelle economie emergenti

A cura di Mary-Therese Barton, Head of Emerging Market Debt di Pictet Asset Management

Sbloccare il capitale umano è fondamentale per liberare il potenziale delle economie emergenti. La nostra analisi dimostra che potenziare il capitale umano – ossia il valore economico delle competenze e delle capacità delle persone – accelera la produttività e la crescita di un Paese, con un conseguente miglioramento del suo rating creditizio. Comporta, quindi, implicazioni importanti per gli investitori nelle obbligazioni dei mercati emergenti.

La maggior parte dei Paesi in via di sviluppo tende a mostrare un miglioramento nell’indice dello Sviluppo umano delle Nazioni Unite (Human Development Index, Hdi). Ma mentre i Paesi nella prima metà della classifica vengono premiati, in media, con un upgrade di 2,13 livelli del rating (in cui, ad esempio, da A ad AA si conta un livello), i Paesi nella seconda metà beneficiano solo di un upgrade che vale 0,24 livelli (si veda la Fig.1).

Ciò malgrado, gli investitori hanno di norma ignorato il capitale umano nella valutazione delle prospettive dei Paesi in via di sviluppo, anche perché risulta difficile da misurare e analizzare. Ma questa situazione sta cambiando. Recentemente, il Progetto sul Capitale Umano della Banca Mondiale, l’Indice di sviluppo umano e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite hanno tutti contribuito a mettere in luce l’importanza del capitale umano, offrendone nuovi metodi di misurazione. In Pictet Asset Management, il nostro team che si occupa del debito dei mercati emergenti sta utilizzando questi strumenti nell’ambito della sua analisi, soprattutto quando è correlata ai fattori ambientali, sociali e di governance (Esg).

Fondamentale per le prospettive dei mercati emergenti

Avere la corretta percezione del capitale umano è importante soprattutto adesso – in quanto serve a dissolvere parte dell’attuale penombra che avvolge le prospettive economiche dei mercati emergenti. L’avanzata del protezionismo commerciale, il difficile cammino delle riforme strutturali e la fine del super ciclo delle materie prime sono considerati ostacoli allo sviluppo, tradizionalmente trainato dal settore manifatturiero e dalle esportazioni. Ma in un mondo in cui i flussi di informazioni e di merci sono fonti di crescita sempre più importanti, il capitale umano latente offre ai mercati emergenti un potenziale sterminato. Motivo per cui è fondamentale per i Paesi emergenti investire nelle loro persone (Fig.2).

Questo è anche il motivo per cui facciamo sì che il capitale umano sia all’ordine del giorno nei nostri colloqui con i responsabili della politica di questi Paesi. Infatti, siamo andati oltre il tradizionale approccio di due diligence degli investitori nei mercati emergenti, prendendo in considerazione nuove fonti di informazioni.

Dal comprendere il capitale umano alla capacità di svilupparlo

Il concetto di capitale umano è legato all’economia moderna. L’economista e filosofo del XVIII secolo Adam Smith lo descriveva come “le capacità acquisite e utili di tutti gli abitanti o membri di una società.” Più di recente, Paul Romer è stato insignito del Premio Nobel 2018 per l’Economia per un lavoro che pone il capitale umano e l’innovazione al centro della sua teoria sulla crescita economica.

Il dibattito si è spostato al di là dell’importanza del capitale umano per la crescita economica verso il modo in cui incide sul tipo di crescita di un Paese – se si trova in un percorso di sviluppo più inclusivo e, quindi, sostenibile.

Ma ottenere un quadro completo di come il capitale umano si stia sviluppando nelle economie emergenti significa guardare oltre le interazioni con quel tipo di istituzioni a cui sono abituati gli investitori tradizionali nei mercati emergenti e con le quali si trovano a loro agio. Non è sufficiente attenersi al solito repertorio di riunioni con i funzionari governativi e il top management delle aziende, essere trasportati avanti e indietro da un hotel extra lusso a un ufficio con aria condizionata.

Uno dei modi con cui ricaviamo una panoramica degli sviluppi sociali ed economici nei Paesi di cui ci occupiamo è stato costruire una partnership con EMpower, un ente benefico rispettato ed innovativo che lavora con i giovani delle economie emergenti. Il contatto con i responsabili dei programmi di EMpower nelle regioni e dei Paesi chiave ci offre un punto di vista diretto sul territorio e ci mette in contatto con persone a cui diversamente non saremmo mai arrivati.

Uno di questi programmi è il Mamelani Projects nel Sudafrica. Mamelani è stato fondato da giovani collaboratori per lo sviluppo delle comunità per aiutare i molti giovani senzatetto delle township di Città del Capo, cresciuti negli orfanotrofi, spesso orfani o vittime dell’epidemia di Aids in Sudafrica. Grazie ad EMpower, il gestore di Pictet Asset Management Robert Simpson ha recentemente avuto l’opportunità di trascorrere del tempo con il direttore di Mamelani, Gerald Jacob. Ha constatato di persona l’approccio di Mamelani per la costruzione del capitale umano dei giovani del luogo, unendo supporto emotivo personalizzato, istruzione e formazione sulle abilità sociali – compreso aiutarli a sviluppare i loro network.

“Ha arricchito i miei colloqui con il governo sudafricano su come bilanciare al meglio le considerazioni fiscali immediate con la protezione delle fonti di crescita a lungo termine”, ha dichiarato Simpson.

Durante altri recenti viaggi, altri membri del team dedicato al debito dei mercati emergenti di Pictet hanno trascorso parecchio tempo con gli enti benefici sponsorizzati da EMpower in Brasile e Argentina. Ogni riunione ha contribuito con un gran numero di informazioni alla nostra analisi del Paese.

Queste informazioni ci aiutano, a nostra volta, a dialogare in modo più efficace e diretto con i responsabili della politica e i leader delle aziende che hanno il potere di influenzare le politiche che riguardano lo sviluppo del capitale umano. Trasmettere il messaggio corretto sarà in ultima analisi positivo per le persone che abitano nel Paese. E ci aiuterà a gestire in modo migliore il capitale dei nostri investitori e, ci auguriamo, a migliorare per loro i rendimenti a lungo termine.

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