Settore healthcare sotto la lente degli analisti di Morningstar

A cura di Morningstar

L’efficienza è l’asso nella manica dei big del pharma. La concorrenza dei prodotti generici e l’ammonizione da parte dell’Autorità americane del farmaco a negoziare con le strutture sanitarie condizioni più favorevoli per queste ultime sono due variabili che minacciano l’elevata profittabilità del settore. Tuttavia, dicono gli analisti di Morningstar, il miglioramento dei processi di produzione aiuterà le aziende del comparto a mantenere alta la redditività del capitale.

“Mediamente stimiamo che il gross margin dei farmaceutici rimanga stabilmente attorno al 76% nei prossimi cinque anni, sostenuto sia dalla maggior efficienza operativa che dall’elevata profittabilità di alcune nuove terapie, il cui margine lordo supera il 90%”, dice Karen Andersen analista azionaria di Morningstar.

Le best idea nel pharma
Dall’analisi delle società dell’healthcare con Moat medio e ampio all’interno dell’universo coperto dagli analisti di Morningstar sono emersi alcuni nomi che si distinguono per la loro efficienza operativa e per le convenienti quotazioni di mercato. Nel segmento del pharma GlaxoSmithkline e Sanofi sono entrambe impegnate in programmi per migliorare i processi di manifattura dei prodotti e sono scontate rispettivamente del 15% e del 19% rispetto al fair value. In quello della biotecnologia, Biogen (BIIB), Biomarin e Roche hanno dalla loro la possibilità di sfruttare le nuove tecnologie di produzione.

L’elevata produttività permette a BIIB di primeggiare in un mercato dall’elevato potenziale di crescita come quello dell’Alzheimer ed è scambiata al momento a un rapporto Prezzo/Fair value di 0,88. BioMarin prevede un significativo miglioramento del gross margin in seguito al lancio dei nuovi farmaci e alla produzione di nuove terapie genetiche e le sue azioni sono scontate al momento del 15% circa rispetto al fair value. Nel caso di Roche, il cui rapporto P/FV è tra i più bassi del settore (0,69). La forte espansione della sua capacità produttiva dovrebbe garantire la flessibilità necessaria per produrre farmaci biologici nuovi e più complessi.

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