Signposts: la dipendenza delle banche centrali

Joachim Fels, Global Economic Advisor di Pimco, riporta come, questo fine settimana, il presidente Trump abbia attaccato la Federal Reserve definendola “il problema più grande”. Questi attacchi devono essere presi sul serio, secondo l’esperto, in quanto rappresentano il sintomo di una tendenza di fondo: la politica monetaria indipendente sembra sempre più un modello obsoleto, considerato il crescente populismo a livello mondiale, le pressioni disinflazionistiche e i bassi tassi di interesse.

Nella maggioranza dei casi, le banche centrali dei paesi ricchi hanno ottenuto la libertà di fissare i tassi di interesse negli anni ’80 o negli anni ’90. Negli ultimi dodici anni, invece, il principale nemico non era più rappresentato dall’inflazione, bensì dalle pressioni deflazionistiche, gli sbalzi del debito e l’instabilità finanziaria.

Quali sarebbero le conseguenze sul mercato finanziario se la credibilità e l’indipendenza della Fed venissero seriamente compromesse? A tal proposito Fels ricorda come le banche centrali indipendenti abbiano implementato interventi, quali l’allentamento quantitativo (QE) e la politica del tasso di interesse negativo (NIRP), operazioni con il potenziale di distorcere i mercati finanziari. Queste operazioni delle banche centrali sono state, secondo l’esperto di Pimco, appropriate e hanno impedito che si arrivasse a soluzioni peggiori.

Oggigiorno la Fed si trova in una situazione dove vincere è difficile, a causa del costante attacco frontale al presidente Powell e ai suoi colleghi e le ripetute richieste di tagli dei tassi e di QE da parte del Presidente e di altri membri della sua amministrazione. La Bce, chiarisce Fels, deve sempre essere “politica”, nel senso di preservare l’integrità dell’area dell’euro come Mario Draghi ha fatto con il suo “qualunque cosa serva” sette anni fa questo luglio.

Fels cita infine il collega Andy Bosomworth, il quale spiega sul blog di Pimco come “i mercati dovrebbero essere rassicurati da un tandem di Lagarde-Von Der Leyen al timone di due delle più importanti istituzioni europee”. Per concludere, l’erosione dell’indipendenza della banca centrale sembra assomigliare sempre più a un breve episodio storico che ha raggiunto il culmine intorno al volgere del secolo.

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