Sit Group, il Bonus 110% innesca un circolo virtuoso

Bonus fiscale del 110%, l’affare non è solo per quanti possono e vogliono beneficiare dell’incentivo per le ristrutturazioni delle abitazioni ma anche per le aziende coinvolte in questo business e per gli investitori in azioni che sanno sfruttare il momento.

Tra le diverse società quotate interessate all’affaire bonus, c’è il gruppo Sit, multinazionale quotata a Piazza Affari con sede a Padova e stabilimenti in tutto il mondo leader nello sviluppo e produzione di componenti e valvole per caldaie, che sulla spinta degli incentivi governativi potrebbe veder crescere le vendite relative a componenti per le caldaie a gas e ai sistemi ibridi con pompa di calore.

Nel dettaglio, il bonus 110% copre infatti anche la caldaia a condensazione su tutte le tipologie di abitazione. Un’opportunità che secondo l’osservatorio di settore della sterssa Sit favorirà molte operazioni di riqualificazione energetica degli edifici e degli impianti di riscaldamento esistenti, obsoleti e poco efficienti.

Non solo. La Commissione Europea ha aperto una consultazione pubblica per accelerare la ristrutturazione degli edifici. L’iniziativa – chiamata Renovation Wave, è una priorità all’interno nell’agenda del cosiddetto Green Deal, con l’obiettivo di migliorare la classe energetica degli immobili e di conseguenza supportare la decarbonizzazione degli edifici esistenti. Le ambizioni sono alte: si parla di fornire sostegno regolamentare e finanziario “per arrivare almeno a raddoppiare il tasso di ristrutturazioni annuali degli esistenti edifici”. E la Commissione ha annunciato la volontà di pubblicare in autunno un comunicazione strategica ed un piano di azione con misure concrete per attuare una riqualificazione degli immobili più veloce ed efficace.

“L’effetto per Sit – afferma Federico de’ Stefani, presidente e amministratore delegato di Sit, oltre che membro del Board dell’European Heating Industry, è legato al prevedibile aumento di vendite di apparecchi di riscaldamento legati alle ristrutturazioni, sia come caldaie a gas che in sistemi ibridi con pompa di calore, e di conseguenza per i componenti SIT in essi contenuti. Stimiamo che le tempistiche di approvazione ed applicazione concreta del superbonus negli edifici faranno vedere i loro effetti sulle vendite presumibilmente non prima del 2021”.

Negli edifici circa l’80% dei consumi è associato al riscaldamento e alla produzione di acqua calda sanitaria, pertanto l’incidenza in bolletta è elevatissima. Nell’UE sono installate all’incirca 126 milioni di caldaie di cui circa il 60% risulta inefficiente.

È evidente, quindi, che il cambio della vecchia caldaia con una moderna può portare grandi benefici sia per il singolo che per la collettività (in termini di riduzione del fabbisogno energetico del nostro Paese, di riduzione delle emissioni). Gli stessi edifici producono il 36% delle emissioni di gas serra.

Il caso pratico

Per portare un caso pratico basta considerare – fanno notare da Sit – un appartamento di 100mq a Milano in classe G. Se volessimo riqualificare il vecchio impianto con caldaia convenzionale con un apparecchio ibrido, otterremo un risparmio di energia finale di circa il 50% e un taglio dei costi in bolletta di quasi il 40%; tutto questo senza considerare l’altro grande beneficio che è la riduzione delle emissioni di ossidi di azoto in quantità superiori all’80%. Con il superbonus, una famiglia che intende efficientare la propria abitazione non solo non spenderebbe nulla, ma se dovesse scegliere l’abbattimento in cinque anni vedrebbe un bonus del 10% rispetto al costo (non esborso) della ristrutturazione energetica effettuata.

Sit a Piazza Affari

Sit accusa una discesa del 38% circa negli ultimi 12 mesi, ma nell’ultimo trimestre il titolo sta recuperando terreno.

Per quanto riguarda i fondamentali il titolo vanta un rapporto tra prezzo e utili (P/E) rielvato da Bloomberg appetibile visto che è limitato a 5,49 e un rendimento del dividendo (dividend yield) di tutto rispetto: 3,04%, secondo le rilevazioni del 17 agosto.

Sit a Piazza Affari negli ultimi tre mesi

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