Solo un’esposizione difensiva ai beni di lusso

A cura di Julie Saussier-Clement, Equity Research Analyst – Consumer Discretionary, Credit Suisse
Un inizio difficile e grandi difficoltà per le vendite comparabili Il settore dei beni di lusso ha avuto un inizio anno difficile. Gli attacchi terroristici a novembre 2015 hanno avuto ripercussioni sul turismo in Europa e sul «feel good factor», il fattore ottimismo, tanto che il T1 è risultato addirittura peggiore di quanto si temesse, con tutte le aziende che hanno riportato un rallentamento dell’attività commerciale rispetto al T4. Mentre le vendite sono riprese nella Cina continentale, ciò non ha compensato la flessione del turismo. Il segmento orologi di Hong Kong ha evidenziato scorte in eccesso per un periodo più lungo del previsto. Il mercato USA è debole, dato che i consumatori locali preferiscono spendere al di fuori degli USA e pesanti vendite promozionali nei grandi magazzini statunitensi hanno imposto un duro tributo ai negozi a gestione diretta.
Le attività locali in Europa restano soddisfacenti. Le vendite comparabili saranno molto difficili per i prossimi sei mesi, considerato che l’estate scorsa si è assistito a una notevole impennata del turismo europeo e giapponese e delle vendite di articoli di lusso, con i clienti che hanno approfittato della debolezza delle valute. Quest’anno non si presentano incentivi di questo tipo sul piano monetario e anche requisiti più rigorosi in termini di visti e le paure di  atti terroristici non aiutano.
Una scarsa visibilità determina una mancanza di fiducia Richemont ha riportato vendite molto deboli, in calo del 15% ad aprile e anche le esportazioni di orologi svizzeri sono scese del 15% ad aprile. Il settore orologiero risulta particolarmente colpito in questa fase, ma anche i retailer USA hanno denunciato un deterioramento dei trend nelle ultime settimane. La mancanza di visibilità delle vendite sta minando la fiducia sui segnali di valutazione, con gli utili che continuano a essere tagliati e gli obiettivi di prezzo ad essere corretti al ribasso. È il caso di Hugo Boss (HOLD), Burberry (SELL), Tod’s (SELL) e Richemont (HOLD) .
In questa fase consigliamo soltanto LVMH (BUY). LVMH ha riportato una crescita organica del 3% nel T1, con un forte incremento delle sue attività nei beni non ciclici e una crescita ragionevole per Louis Vuitton. Mentre farà fronte anch’essa a dati duri in termini di vendite comparabili nei prossimi mesi, riteniamo che il rischio degli utili sia più limitato e che il P/E 2017 di 16,5 sia storicamente attraente.

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