Sorpresa, anche Lagarde imbraccia il bazooka

Il bazooka sfoderato da Lagarde, presidente della Bce, fa impallidire quello di Draghi: “nessun limite” e 750 miliardi pronti ad inondare il mercato europeo. Il coronavirus continua a propagarsi come pandemia a livello globale e il leader del mondo corrono ai ripari. Ieri è arrivato l’annuncio di Londra che chiuderà le scuole e vieterà assembramenti. Arrivano notizie in mattinata dalla capitale inglese su chiusure di stazioni della metropolitana di Londra. Negli Stati Uniti il Congresso ha passato un pacchetto di emergenza per arginare gli effetti negativi del virus sull’economia. A Detroit tre dei più grandi costruttori di auto del paese hanno annunciato di sospendere la produzione negli Stati Uniti, Canada e Messico.

Globalmente, anche i leader che avevano inizialmente derubricato il virus a mera influenza stanno pian piano attuando piani d’emergenza. Da Trump negli Stati Uniti, a Johnson nel Regno Unito fino a Bolsonaro in Brasile, l’accusa ora è di aver agito troppo tardi.

Speciale Bce

Alla fine è arrivata anche la mossa a sorpresa della Bce, criticata da più di un commentatore per il piano tiepido. La Banca Centrale Europea mette mano all’arsenale con proporzioni senza precedenti. Nemmeno Draghi aveveva mai raggiunto tali livelli. Il nuovo pacchetto di acquisto titoli è stato annunciato ieri in serata a seguito di un meeting di emergenza della Bce. Con gran parte dell’Europa in quarantena, le attività economiche stanno subendo forti rallentamenti. Il rischio recessione ha portato il presidente Lagarde ad annunciare che “tempi straordinari richiedono azioni straordinarie”. Il nuovo programma di acquisto titoli dovrebbe proseguire fino a che la fase critica dell’epidemia non sarà finita. L’effetto sui mercati è stato di generale consolidamento e ripresa dell’azionario. Sull’obbligazionario si è assistito ad un restringimento significativo degli spread con i paesi periferici.

Petrolio

Mentre il mondo affronta la pandemia, c’è un’altra guerra che rischia di segnare i destini dell’economia. La faida tra Arabia Saudita e Russia è entrata nel vivo. L’Arabia Saudita ha ordinato ad Aramco di procedere con la produzione e vendita ai prezzi stabiliti. In Russia invece arriva la prima porta in faccia dalla Cina e il rublo collassa mettendo a dura prova le finanze di Putin. Il prezzo del greggio crolla ieri fino a livelli mai visti in tempi recenti. Il Wti tocca minimi in area 20,5 dollari al barile salvo poi rimabalzare oggi fino a 23,5 dollari. Analogo il comportamento del Brent che dopo un inziale affondo in area 26 dollari al barile recupera ritornando a scambiare a 28 dollari in avvio di sessone europea.

Mercati

La sessione americana ha restituito nuovamente risultati molto negativi sui principali listini. L’indice S&P 500 ha chiuso a -5,18%, il Nasdaq a -4,70% mentre il Dow Jones a -6,30%. Negative, anche se più moderate, le chiusure sessione asiatica. L’indice Nikkei della borsa di Tokyo chiude a -1,04% in linea con Shanghai a -0,98%.
Nel vecchio continente l’annuncio del super bazooka della Lagarde spinge in apertura tutti i listini. Il Dax di Francoforte apre a +0,53%, mentre più vivace il Cac 40 di Parigi a +2,50%. Il Ftse Mib di Milano sfrutta l’annuncio della Bce e il divieto di short selling di Consob per aprire a +4,42%. Il Ftse 100 di Londra fa registrare il +1,26% sostenuto anche dal collasso della sterlina inglese.

Forex

Prosegue la fase di forza del biglietto verde contro tutte le principali valute principalmente per effetto di forti posizioni in liquidazione dei fondi speculativi.

Euro/dollaro

Forte volatilità sulla moneta unica nella giornata di ieri. Dopo un iniziale affondo fino in area 1,08, il rapporto tra euro e dollaro si è riportato in nottata fino a 1,0980 salvo poi stornare fino a quota 1,0870 dove staziona in apertura dei mercati europei. Continua a permanere sul cambio principale una certa debolezza legata al superdollaro in attesa dei dati macro della giornata.

Dollaro/yen

Il rapporto tra biglietto verde e yen giapponese prosegue nella sua fase di rafforzamento. Con una progressione interminabile il cambio dollaro/yen si è riportato a quota 109,20 dove scambia in avvio di sessione europea. La forza del dollaro Usa continua a farla da padrona e sembra non accennare a diminuire.

A cura di Emanuele Rigo, Director di NewTraderLab

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!

Tag: