Speciale Newsletter: le “10 idee di investimento 2016” di FinanzaOperativa

L’ultimo numero della Newsletter di FinanzaOperativa.com è stato distribuito in un’edizione speciale: l’e-book con le “10 idee di investimento” per il 2016. Come ricevere il nuovo e-book? Chi è già iscritto alla Newsletter di FinanzaOperativa non dovrà fare assolutamente nulla: lo riceverà direttamente nella propria casella email. Chi invece non lo fosse, può iscriversi alla mailing list nell’apposito spazio in homepage, oppure inviare una mail a [email protected].

Uno sguardo al 2015. Vediamo però ora quali sono stati i risultati di tutte le idee di investimento proposte a inizio 2015 (l’e-book è stato inviato il 23 gennaio 2015 ed è ancora possibile scaricarlo qui) con i dati aggiornati al 28 dicembre 2015.

1. Conto deposito. Ipotizzando un deposito di 20.000 euro, sul “Conto Facto” di Banca Farmafactoring si sarebbero ottenute netti 296 euro, sul conto di Widiba (a patto di essere stato un nuovo cliente) si sarebbero ottenuti 270 euro netti, mentre sul conto di Bancadinamica si sarebbe ottenuto 219 euro, sempre netti.

2. Analisi tecnica: Intesa SanPaolo. Il titolo ha registrato un rialzo total return (ossia comprensivo dei dividendi distribuiti nel corso del 2015) del 23,14%Clicca qui per l’analisi dettagliata della performance.

3. Analisi tecnica: GTech. La società è stata interessata da un processo di fusione con l’americana International Game Technology e ha salutato Piazza Affari passando al Nyse a partire dai primi giorni di aprile 2015. Gli azionisti della vecchia società hanno ricevuto un’azione ordinaria della NewCo per ogni titolo di GTech posseduto. Tra gennaio e aprile 2015 GTech si è mossa nell’intorno dei 18,50 euro, con un prezzo minimo relativo a 16,50 il 22 gennaio 2015 e un massimo relativo a 19,95 segnato il 10 di marzo. Un rialzo del +13,42% sul prezzo di carico. Continua a leggere qui.

4. Analisi tecnica: Michelin. Il titolo, quotato alla Borsa di Parigi, ha registrato un rialzo total return (ossia comprensivo dei dividendi distribuiti nel corso del 2015) del 6,5%.

5. Commodity: Nickel. Complice l’ondata di vendite generalizzate che nel corso dell’ultimo anno hanno colpito l’intera asset class delle materie prime, il metallo ha registrato un ribasso del 37,5%. Tuttavia, lo stop loss fissato a 14.800, ha limitato le potenziali perdite allo 0,35%.

6. Reddito fisso: Bond SocGen Gold Lbma (Isin IT0006721630)*. Se acquistato a inizio 2015 al prezzo di 100,50 avrebbe comportato un rendimento negativo dell’ordine dell 1,50%. Questo titolo veniva inserito come “componente speculativa” essendo collegato all’andamento del prezzo dell’oro, con un potenziale upside molto elevato. Come noto il prezzo della materia prima ha subito un calo di circa il 20% dall’inizio dell’anno, pertanto essendo venuta meno la possibilità di un premio il corso del titolo si è assestato intorno a 99,10. In ogni caso tenendo sino a scadenza (2016) il titolo si avrebbe una minusvalenza irrisoria (circa lo 0,25% su base annua). Allo stato attuale, valutando a posteriori l’investimento, si può dire che ha avuto una minusvalenza molto contenuta a fronte di una ingente perdita del sottostante e che non si intravedono possibilità di conseguire risultati interessanti da qui a scadenza.

7. Reddito fisso: Bond Banca Imi euribor con leva (Isin XS077921362)*. L’acquisto effettuato ad inizio 2015 al prezzo di 97,20 avrebbe consentito un rendimento complessivo intorno all’1,50% tenendo conto da un lato dell’apprezzamento del corso (da 97,20 a 98,11) e dall’altro della sommatoria delle cedole che seppur modeste hanno contribuito al rendimento globale. Si ricorda che lo strumento veniva acquistato come “titolo difensivo” per il caso in cui vi fossero state delle impreviste crescite nei tassi.

*un acquisto combinato dei due titoli obbligazionari avrebbe comunque salvaguardato la conservazione del caitale, che era ed è l’obiettivo primario di una ricerca di rendimenti superiori rispetto alla media, ma senza mettere a rischio l’investimento iniziale, considerato nel suo complesso.

8. Decorrelazione: fondi long/short. Per limitare la volatilità dei mercati avevamo suggerito alcuni fondi long/short, in grado anche di ridurre il rischio di mercato e lasciare spazio all’alpha. Il Banor Sicav Italy long short equity (Isin: LU0510654410) ha chiuso l’anno in pari dopo essere arrivato a segnare +8% ad aprile. L’Henderson Pan european alpha fund A2 (Isin: LU0264597617) ha chiuso con un calo dello 0,5% e infine il Banor Sicav North America long short equity in dollari (Isin: LU0625191340), grazie anche all’effetto valuta, ha messo a segno una performance del 7,3 per cento.

9. Strategia conservativa in euro e dollari. L’idea conservativa era di puntare sul titolo Deutsche Telekom, in accumulazione da 12 anni e pronta per un movimento rialzista. Interessante anchecome alternativa a un bond. Il titolo non ha deluso, con un +30,7% di apprezzamento cui va aggiunto un 3,77% di dividendo.

10. Strategia aggressiva in euro e dollari. Decisamente diversa questa strategia, del resto definita “aggressiva”: short sia sull’indice tedesco Dax sia su quello statunitense S&P500. L’etf Short Dax ha subito un calo del 15%, ma lo Short S&P500 ha messo a segno un rialzo del 22 per cento.

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