Stati Uniti, rischio di una nuova bolla immobiliare?

Secondo il Financial Times, analizzando i dati sull’inflazione, negli Usa sussisterebbe un’ipotesi di instabilità finanziaria direttamente connessa a una possibile bolla immobiliare. L’ultimo aggiornamento dell’indice dei prezzi al consumo mostra infatti come i prezzi degli acquisti salgano a un ritmo molti più alto rispetto a quelli di beni e servizi, nonostante la core inflation sia complessivamente inferiore alle aspettative. A soli dieci anni dalla crisi dei mutui subprime, gli Stati Uniti rischiano una nuova bolla con conseguenze preoccupanti sull’economia globale. E’ dunque lecito chiedersi perché si sta assistendo a questo scenario.

Nell’ultimo decennio le politiche monetarie accomodanti hanno sostenuto il valore degli immobili ma non sono state in grado di creare significativa offerta o comunque sufficiente domanda di nuove costruzioni per almeno due motivi, secondo Notz Stucki:

  • L’incremento del prezzo delle case non è risultato in linea con quello dei salari. Si tratta di una situazione che la FED ha esasperato, sebbene non intenzionalmente, attraverso bassi tassi di interesse e Quantitative Easing spingendo alle stelle i prezzi delle case soprattutto nelle città dove gli stipendi sono più alti
  • Si consideri il legame con l’aumento ingente del debito accumulato dagli studenti per potersi permettere di andare al college. Per tale ragione  molti di essi, anche dopo aver completato il percorso di studi, non hanno la possibilità di acquistare case causando di conseguenza una riduzione della domanda e un aumento degli affitti in modo spropositato, togliendo la possibilità al Paese, in ultima analisi, di creare nuova ricchezza in termini di proprietà immobiliari.

Il trade-off tra reddito e prezzi degli immobili non riguarda solo gli Stati Uniti perché si tratta di un fenomeno osservabile in molti altri mercati internazionali: Hong Kong, Londra, Parigi, Singapore. Negli Usa, in particolar modo, i prezzi insostenibili del real estate hanno cominciato a “vacillare” nelle città bolla come New York che storicamente anticipano un crollo su scala nazionale. E l’impatto sull’economia, così come sulla politica, può essere importante. Questa situazione potrebbe richiedere una revisione della politica monetaria della Fed, come prendere in considerazione i singoli componenti del tasso di inflazione e non il dato nel suo complesso. Ma se i rischio di questa bolla immobiliare ha dimostrato qualcosa è che le banche centrali non sono in grado di sistemare tutto, senza maggiori investimenti nelle infrastrutture e proposte di politica industriale che si focalizzino più sullo stimolo economico di medio periodo e non tanto sulla politica monetaria.

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