T. Rowe Price: la crisi coronavirus accelera l’innovazione

A cura di David Eiswert, gestore del fondo T. Rowe Price Funds Sicav – Global Focused Growth Equity di T. Rowe Price

Una lezione importante che abbiamo appreso sui periodi di crisi è che spesso creano potenti catalizzatori per il cambiamento. Le crisi abbattono le barriere e accelerano l’adozione di tecnologie nuove e più efficienti. Un antico proverbio afferma che “la necessità è madre dell’innovazione”. Per citare un aneddoto che appare più che mai attuale, in un annuncio pubblicitario di Bell Telephone dell’inizio del ’900 si leggeva: “Le persone in quarantena non sono isolate se hanno Bell Telephone”.

Questa crisi non è diversa. Stiamo assistendo a una forte accelerazione nell’adozione di nuove tecnologie a causa dei cambiamenti radicali e improvvisi che il distanziamento fisico sta portando nelle vite di tutti. La comunicazione, l’intrattenimento, il commercio, l’assistenza sanitaria e l’istruzione sono diventati all’improvviso digitali su una scala inimmaginabile. Il digitale non è più qualcosa di accessorio: è diventato essenziale. Le barriere all’adozione delle nuove tecnologie si sono sgretolate e prevediamo che i cambiamenti saranno duraturi. Per fare qualche esempio concreto, la messaggistica totale di Facebook è aumentata di oltre il 50% a marzo, mentre le chiamate vocali e video sono più che raddoppiate su Messenger e WhatsApp. Inoltre, il numero totale stimato di minuti trasmessi alla Tv è aumentato dell’85% su base annua.

Cogliere rapidamente le opportunità

Pensiamo che il contesto sia maturo per risultati “estremi”. Gli esseri umani si sentono a proprio agio con le medie, ma sono circondati da risultati estremi e spesso, dal punto di vista dell’investimento azionario, sono proprio questi a generare gli alpha più significativi. I risultati di questo tipo sono spesso legati agli effetti di rete, in cui l’adozione di nuove tecnologie ha un ‘effetto valanga’ a livello globale e può creare condizioni tipiche di un monopolio naturale.

Vediamo molteplici opportunità di investimento per catturare l’accelerazione di questi ‘risultati estremi’. Il commercio elettronico è un ovvio beneficiario dei cambiamenti spinti dal virus, così come lo sono in modo indiretto i software e le piattaforme di pagamento/commercio che stanno contribuendo alla trasformazione. Anche i servizi di videochiamata e videoconference sono ovviamente in prima linea.

Un altro settore favorito è quello del cloud, sempre più in voga tra le aziende, via via che lo smart working viene percepito di meno come una soluzione solo temporanea. Molti aspetti della comunicazione da remoto si stanno rivelando più efficaci ed efficienti rispetto a quella di persona. Un semplice esempio è quello delle firme digitali: l’industria sanitaria e le autorità locali si sono sempre rifiutati di accettarle prima del virus, ma ora non è più così.

Le infrastrutture hardware e dei semiconduttori devono affrontare la sfida di supportare questo cambiamento, diventando più veloci, più scalabili e più economiche. Riteniamo che vi siano solo poche società in grado di offrire l’innovazione necessaria a questo scopo, che saranno quindi estremamente avvantaggiate. Infine, il virus sta mettendo alla prova anche il nostro paradigma sanitario. Ad esempio, l’urgenza dei test e lo sviluppo di un vaccino stanno accelerando il passaggio alla diagnostica su larga scala per testare il virus e i suoi anticorpi. Riteniamo che i cambiamenti negli investimenti sanitari a seguito del coronavirus saranno di lunga durata.

Verso una “nuova normalità”

Nel rimbalzo che si è registrato sui mercati azionari nelle ultime settimane, i titoli growth statunitensi sono stati in pole position, mentre i settori value sono hanno avuto risultati più contrastati. Il divario di valutazione tra le due aree si è quindi ulteriormente allargato in base a quasi tutti gli indicatori, creando opportunità nel settore finanziario e persino in quello delle materie prime. Tuttavia, identificare un punto di minimo stabile nel ciclo del value si è dimostrato un compito insidioso negli ultimi dieci anni.

In ultima analisi, questo divario di valutazione non ci sembra così insensato. Serve comunque prudenza nel breve termine per gestire i rischi di rotazione. Tuttavia, crediamo nel potere del cambiamento e nella spinta generata dai periodi di crisi. Nuovi comportamenti e modelli che oggi sembrano strani saranno presto la normalità e sforzarsi di rimanere dal lato giusto del cambiamento è quindi più che mai necessario.

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