Taglio dei tassi della BoE: opinioni a confronto

Abbiamo raccolto i primi commenti alla decisione della BoE di tagliare i tassi di interesse e di dare il via ad altre misure quantitative. Ecco le diverse opinioni di economisti e gestori.
Eric Lonergan, gestore investimenti macro in M&G Investments. “Il taglio dei tassi base e il nuovo programma di quantitative easing sono i numeri minori dello show: è il nuovo Schema di sostegno al credito – Term Funding Scheme (TFS) – ad essere estremamente importante. Con una piccola azione, la Bank of England di Mark Carney ha aperto la possibilità per un easing molto più aggressivo in futuro. Ci sono ora DUE importanti tassi nel Regno Unito: il tasso base e il tasso d’interesse con cui la BoE concede credito nell’ambito del programma TFS. Oggi, questi due tassi sono allo stesso livello, e questo è già di per sé un punto di rottura rispetto al passato, quando la BoE prestava direttamente alle banche solo con tassi d’interesse svantaggiosi. Non ci sono ragioni per cui in futuro la BoE non possa continuare a tagliare il tasso TFS lasciando invece invariato il tasso base. In altre parole, non è previsto un ‘lower bound’ per il tasso d’interesse del TFS. In conclusione, rispetto a quanto possa sembrare, è proprio questa la decisione più importante presa oggi dalla BCE. Carney ha ingegnosamente operato alcuni cambiamenti convenzionali, mentre mascherava un nuovo strumento potenzialmente radicale. Da oggi nessuno potrà più dire che la Bank of England ha finito le munizioni”.
Anthony Doyle, Investment Director del team Fixed Interest di M&G Investments. “Nessuna sorpresa rispetto al taglio dei tassi di oggi da parte della Commissione per la Politica Monetaria (MPC) della Bank of England: i mercati prezzavano infatti una possibilità del 100% di un taglio dei tassi di 0.25%, che porta i tassi ai minimi da 322 anni a questa parte. Questa possibilità è stata ben comunicata nelle ultime settimane, tanto da parte del Governatore della BoE, Mark Carney, tanto dagli altri membri della MPC. La sorpresa, invece, è arrivata dall’estensione del pacchetto di stimoli che potrebbe portare ad un aumento del bilancio della Banca di 170 miliardi di sterline, di cui 10 miliardi da destinare ad acquisti di corporate bond. Gli indicatori economici che sono stati resi noti dopo il risultato del referendum suggerivano una marcata diminuzione nelle attività delle aziende e nella fiducia dei consumatori: in conseguenza di una possibile regressione della crescita economica nel 2017 – così come indicato dalla stessa BoE che ha falciato le aspettative dal 2.3 allo 0.8% – la MPC ha deciso di agire preventivamente annunciando un pacchetto di misure volte a supportare l’economia inglese.
Il pacchetto di stimolo odierno sottolinea un cambiamento di approccio da parte della Bank of England nella gestione dell’economia. Oggi non ci sono evidenze che il mercato del lavoro sia in fase di deterioramento o che l’inflazione possa diventare un problema, tuttavia, di fronte all’incertezza economica causata dalla decisione del Regno Unito di uscire dall’UE, la MPC ha deciso di giocare d’anticipo, in modo deciso e con ingenti mezzi, in modo da limitare il danno che una contrazione degli investimenti delle imprese e dei consumi delle famiglie potrebbero avere sull’economia nazionale. Nonostante le azioni decise oggi, rimane da vedere se saranno abbastanza per risollevare gli animi di imprese e consumatori in UK dato il clima di incertezza persistente intorno al rapporto con la UE.  In futuro, ci aspettiamo che la BoE entri in una modalità attendista ‘wait and see’ per permettere che le azioni di oggi arrivino all’economia. Tuttavia, con le decisioni di oggi, Mark Carney ha dato anche prova di essere un banchiere centrale ‘colomba’ e che se da qui in avanti i dati economici dovessero peggiorare, non è da escludere che porterà avanti una gamma di ulteriori stimoli monetari tra cui un altro possibile taglio dei tassi”.
Toby Nangle, Responsabile  Multi-Asset Allocation, EMEA presso Columbia Threadneedle Investments. La Banca d’Inghilterra ha annunciato oggi di aver tagliato i tassi allo 0,25% – un nuovo minimo nei 322 anni di storia della Banca. La mossa era già stata ben segnalata ed attesa dai  mercati, nonostante la previsione della Banca dello sfondamento dell’obiettivo di di inflazione poichè la debolezza della Sterlina viene trasmessa alle famiglie sotto forma di aumento dei prezzi. Il taglio dei tassi fa male ai risparmiatori, ma può aiutare le banche ad offire prestiti più a buon mercato per le imprese che vogliono investire – sostenendo l’occupazione – e potrebbe anche alleviare l’onere per le famiglie indebitate. Di maggiore interesse per i mercati è stata l’espansione del quantitative easing (incluse le obbligazioni societarie), che ha spinto i rendimenti dei gilt a lungo termine al ribasso, ed il Term Funding Scheme (le misure destinate a favorire il passaggio del taglio dei tassi dalle banche ai consumatori).
In vista dell’annuncio, alcuni membri del Monetary Policy Committee (MPC) avevano indicato che avrebbero tenuto presente l’impatto di qualsiasi mossa da parte della Bank of England in materia di pensioni, assicurazioni e banche per evitare un l’effetto contrario della politica espansiva. Il sistema di finanziamento a termine sembra progettato per compensare la stretta sulle banche commerciali che consegue da un taglio dei tassi. Il fatto che l’MPC abbia valutato l’impatto sui fondi pensione di ulteriori cali dei rendimenti come relativamente limitata sembra coraggioso. La valutazione che la dimensione complessiva dei contributi ai regimi pensionistici a benefici definiti sia stata stabile per più di venti anni, nonostante le fluttuazioni nella dimensione del loro deficit, merita un ulteriore esame.
Mentre il taglio alle previsioni di crescita della BoE per il 2017, dal 2,3% allo 0,8%, appare significativo, la proiezione rimane al di sopra delle nostre aspettative di 0,5%. Più sorprendente, forse, sono le revisioni delle previsioni di investimento: l’investimento delle imprese nel 2016 è previsto a -3,75% vs il rapporto di inflazione trimestrale di maggio a +2,5%; il 2017 appare martellato al ribasso fino a raggiungere -2% da +7,25%.
Azad Zangana, Senior European Economist & Strategist, Schroders. Le misure di stimolo decise dalla BoE superano le attese del mercato: ciò suggerisce che il Comitato di Politica Monetaria sia preoccupato delle prospettive economiche del Regno Unito post-referendum sulla Brexit. I nuovi provvedimenti aiuteranno ad attenuare l’impatto negativo dello shock da Brexit, ma certamente non sono una panacea. La politica fiscale deve ora passare dall’austerità allo stimolo. La BoE sta finendo le munizioni e deve essere realistica su quanto stimolo possa effettivamente offrire.

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