Tassi Usa ancora circoscritti

A cura di Western Asset (gruppo Legg Mason)
Pensiamo che i fondamentali economici rimarranno stabili, ma non eccezionali, dal momento che la crescita degli Stati Uniti e dell’Eurozona è all’1.5%; l’inflazione non sembra essere una minaccia e le banche centrali globali sono molto accomodanti. L’elezione a sorpresa di Trump non dovrebbe modificare questo scenario, poiché le banche centrali sono comunque coinvolte nel processo di ripresa e c’è un’alta probabilità che la spesa fiscale aumenti.
Il neopresidente, nonostante le sue posizioni piuttosto ostili al commercio internazionale e all’immigrazione, difficilmente riuscirà ad attuare le sue politiche già a inizio del 2017, e ciò è dovuto in parte al potere del Congresso e della Corte.  Tuttavia, qualsiasi mossa volta a limitare gli accordi sul commercio internazionale costituirà un elemento di fondamentale importanza, da seguire con la massima attenzione.
Una volta superata la volatilità di breve termine, gli investitori si concentreranno sulla possibilità di un ambiente improntato alla crescita, più favorevole al settore privato e con una regolamentazione meno gravosa. Questo potrebbe tradursi in una tassazione più leggera e nella possibilità di una maggiore spesa diretta, soprattutto nelle infrastrutture.
La Federal Reserve sta valutando il piano di un prossimo rialzo dei tassi a dicembre, ma resta fortemente dipendente da qualsiasi cambiamento nelle condizioni finanziarie. Dal 2017 in poi, la Fed attuerà le sue politiche in risposta allo scenario macro, attraverso la sua cosiddetta “funzione di reazione”, ovvero la relazione tra tasso di inflazione e tasso di disoccupazione. Se le politiche di stimolo alla crescita (meno tasse, più spesa pubblica) verranno attuate, allora è possibile che nei prossimi anni la Fed alzerà i tassi più di quanto i mercati non stiano prezzando in questo momento.
Il mandato di Janet Yellen come presidente della Fed finirà a febbraio del 2018. È probabile che la Yellen rimanga in carica durante tutto il 2017, così da mantenere l’indipendenza della Fed dalla politica. In riferimento ai mercati, abbiamo anticipato una crescita stabile, o una possibile accelerazione, sostenuta da una politica accomodante da parte della Fed, e ciò dovrebbe avvantaggiare i settori a spread in generale.
Una crescita degli Stati Uniti dovrebbe favorire i mercati emergenti, ma con una volatilità più elevata. Rispetto alle opportunità negli altri mercati sviluppati, gli asset messicani rimangono attraenti, ma la volatilità legata alla politica potrebbe persistere finché non verrà definito un vero e proprio programma legislativo.
L’attuale spostamento dei tassi dei Treasury statunitensi ha provocato una maggior pendenza della curva dei rendimenti (sono aumentati sia i tassi a lungo termine che quelli a breve, sebbene i primi con una intensità maggiore). Mentre potrebbero aumentare le spinte inflazionistiche, pensiamo che i tassi rimarranno relativamente circoscritti. La crescita globale resta lenta e prevalgono ancora significative forze deflazionistiche, nonostante una crescita degli Stati Uniti più forte.

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