Tenaris ringrazia Pechino e rimbalza

Dopo il diluvio torna a spuntare un pallido sole per il settore petrolifero? Nonostante non vi sia alcun segnale di tregua nella guerra commerciale scoppiata tra Arabia Saudita e Russia che ha causato il crollo delle quotazioni petrolifere a livelli che non si vedevano da inizio secolo, il ritorno sul mercato della Cina, uscita dalla fase acuta della pandemia di coronavirus, sta facendo rimbalzare il prezzo del petrolio e trascinando al rialzo anche le quotazioni di titoli come Eni, Saipem e Tenaris.

Il Brent (che il 30 marzo era scivolato brevemente sotto i 20 dollari al barile) stamane rimbalza di quasi il 10% ad oltre 27,1 euro dollari al barile, mentre il Wti (minimo a 19,5 dollari al barile il 30 marzo) sfiora i 22,2 dollari al barile. Così Eni (33,4 miliardi di capitalizzazione) torna a 9,77 euro (+6,3%), Tenaris (6,5 miliardi di capitalizzazione) è indicata a 5,83 euro (+6,3%) e Saipem (la cui capitalizzazione è ormai ridotta a poco più di 2,2 miliardi) rimbalza a a 2,41 euro (+8,7%) dopo un’ora abbondante di lavoro a Piazza Affari.

I titoli reagiscono alla notizia secondo cui la Cina intende iniziare a comprare quanto più possibile ai prezzi attuali per rafforzare la propria Riserva petrolifera strategica (Spr). Aiuta il rimbalzo dei titoli anche la tenuta del supporto dei 2.500 punti dell’indice S&P500 di Wall Street, che oggi favorisce un rimbalzo dei listini asiatici ed europei. Tenaris in particolare torna ad essere in trend fortemente rialzista nel brevissimo periodo avendo recuperato una situazione di neutralità anche a breve-medio termine (mentre resta moderatamente negativo il trend di lungo periodo).

Col superamento della soglia dei 5,55 euro è possibile aprire una strategia rialzista (stop loss da posizionare a 5,2 euro per azione) che vede i 6 euro come primo obiettivo. Prima di raggiungerlo il titolo dovrà tuttavia superare le resistenze giornaliere a 5,83 euro, attorno a cui si sta muovendo mentre scriviamo questa analisi, e poi a 5,90 euro per azione. Meno probabile che in giornata possano riaffiorare significative prese di profitto, che potrebbero comunque risospingere Tenaris sui 5,55 euro prima e sui 5,45 euro poi.

La rapidità del rimbalzo ha spiazzato gli indicatori, che ancora a ieri sera non fornivano alcun segnale significativo lasciando prevedere semmai il proseguimento di una fase di consolidamento laterale prima che potesse originarsi un movimento di uscita al rialzo o al ribasso. Lo scenario tattico consiglia dunque di procedere senza indugi ad acquisti del titolo, quello strategico invita a una maggiore prudenza essendo possibili ulteriori ritracciamenti nei giorni a venire.

In base al proprio grado di sopportazione del rischio si può dunque iniziare a riaprire posizioni su Tenaris, eventualmente approfittando di giornate di debolezza, sempre monitorando l’evolversi dei prezzi e e dei volumi, nei giorni scorsi andati progressivamente a calare. Un segnale, quest’ultimo, che parrebbe la prima conferma del tendenziale esaurimento della pressione ribassista di brevissimo e breve termine.

Tenaris a Piazza Affari negli ultimi 12 mesi

A cura di Luca Spoldi, Cefa, 6 In Rete Consulting Ceo (www.6inrete.it)

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