Tra Cina, Usa e Coronavirus il vincitore è l’oro

L’amministrazione Trump ha rimarcato le accuse contro il governo cinese per aver diffuso volontariamente il coronavirus in tutto il mondo. Il consulente commerciale della Casa Bianca, Peter Navarro, ha infatti dichiarato alla stampa statunitense che il virus è stato generato nella provincia di Wuhan e che il paziente zero, riconosciuto dalla Cina, risale a novembre 2019. Accuse aggravate dai sospetti che lo stato asiatico abbia inviato centinaia di migliaia di soggetti infetti su aerei di linea a Milano, New York e in tutto il mondo per seminare l’epidemia.

La pandemia, secondo le indagini condotte dagli Stati Uniti, sarebbe stata facilmente evitabile se le istituzioni sanitarie cinesi avessero contenuto il virus nella città di Wuhan, non appena venuti a conoscenza della situazione durante il mese di novembre.

I commenti di Navarro si aggiungono così agli attacchi, ormai quasi quotidiani, della Casa Bianca nei confronti del governo cinese sulla nascita del virus che sta minacciando la vita sociale ed economica del pianeta da ormai più di tre mesi.

Di risposta i funzionari politici cinesi e i media statali hanno respinto le accuse di Trump e del suo governo, sollevando persino alcuni dubbi sul fatto che Wuhan sia il luogo in cui il virus ha infettato per la prima volta un essere umano. Un post pubblicato dal quotidiano gestito dal partito comunista ha infatti citato i commenti del presidente americano, secondo i quali gli scienziati statunitensi cominciarono a lavorare contro un vaccino per il coronavirus già dall’11 gennaio, sospettando così la presenza del virus negli Stati Uniti già in quella data.

A livello economico, il presidente della FED Jerome Powell ha confermato che la probabilità di ripresa dell’economia statunitense dalla crisi scaturita dall’epidemia è strettamente correlata alla consegna di un vaccino. Supponendo che si riuscirà ad evitare una seconda ondata di infezioni, potremmo assistere all’inizio di un lento recupero già durante il secondo semestre di quest’anno, ma affinché l’economia si possa riprendere completamente, le persone dovranno tornare ad essere pienamente fiduciose, e questo potrebbe coincidere con la scoperta di un vaccino.

Dichiarazioni che coincidono con il tentativo di limitare una seconda ondata di licenziamenti da parte del settore pubblico, dopo la registrazione di 36 milioni di nuovi disoccupati in tre mesi, grazie alla riduzione dei tassi d’interesse allo 0% e aver istituito nove agenzie di prestito al fine di facilitare il flusso di credito nell’economia.

In questa situazione, l’oro si è apprezzato ulteriormente scambiando oltre il massimo degli ultimi sette anni a 1760,85 dollari l’oncia. La direzione degli investitori verso il bene rifugio lascia intendere che la ripresa economica sarà più lenta delle previsioni, e che probabilmente potrà richiedere dei tassi d’interesse negativi. In questo contesto infatti anche i dati resi noti venerdì hanno evidenziato un collasso sia delle vendite al dettaglio che della produzio-ne industriale statunitense nel periodo riferito al mese di aprile.

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