Tre titoli per investire nel Vecchio Continente

A cura di Morningstar

Hugo Boss ha ceduto oltre il 15% da inizio anno e ora è scambiato a un tasso di sconto di circa il 30% rispetto al fair value di 60 euro. Gli attuali prezzi di mercato incorporano le aspettative di una crescita piatta dei ricavi e dei margini di profitto, ma secondo gli analisti di Morningstar queste previsioni sono troppo pessimistiche.

Moat medio grazie alla forza del brand

“Riconosciamo al gruppo tedesco un Economic moat nella misura di medio per via del valore del suo brand e del forte controllo che esso ha sula rete di distribuzione, due elementi che permettono di ricavare mark-up generosi sui prezzi di vendita e di mantenere una redditività del capitale superiore alla media”, dice Jelena Sokolova, analista azionaria di Morningstar. “Hugo Boss ha una quota del 10% del mercato dell’abbigliamento maschile premium, una categoria che si caratterizza per un alto grado di fidelizzazione della clientela e per un basso rischio legato alle tendenze della moda. Inoltre, grazie a oltre 100 negozi monobrand in Cina, l’azienda tedesca è ben posizionato per trarre vantaggio dalla crescente domanda proveniente dal mercato asiatico” (report aggiornato al 5 novembre 2019).

Nonostante i numeri dei primi trimestri dell’esercizio non siano stati dei migliori, gli analisti si aspettano per i prossimi cinque anni una crescita media dei ricavi del 3,4% e un moderato miglioramento del margine operativo e assegnano a Hugo Boss un rating Morningstar di 5 stelle.

Danske Bank a sconto nonostante il taglio del fair value

Il titolo Danske Bank ha ceduto quasi il 19% da inizio anno, ma secondo gli analisti il mercato ha reagito in maniera spropositata allo scandalo legato a un caso di riciclaggio di denaro che ha coinvolto una sua filiale estone. “Ci aspettiamo che la multa che sarà comminata dalle Autorità europee si aggiri attorno ai tre milioni di corone danesi, una somma che la banca è assolutamente in grado di sostenere. Mentre quella da parte dei regolatori statunitensi potrebbe essere più alta, anche se meno probabile”, dice Niklas Kammer, analista azionaria di Morningstar. “Riconosciamo all’istituto di credito un Economic moat nella misura di Medio per via del vantaggio di costo rispetto ai competitor, poiché Danske Bank ha una forte leadership nei mercati in cui è attiva (principalmente in quello danese) e questo le permette di finanziare le sue attività a costi molto bassi e di offrire i servizi a prezzi concorrenziali, cosa che spiega l’elevata fidelizzazione della sua clientela” (report aggiornato al 5 novembre 2019).

Le ripercussioni economiche del caso di riciclaggio hanno costretto il management a lanciare un profit warning e gli analisti hanno tagliato le previsioni per i prossimi cinque anni e ridotto il fair value del titolo da 210 a 200 corone svedesi. Tuttavia, Danske ha ampi margini di crescita nel mercato del wealth management e sta portando avanti una strategia di espansione in Svezia, Norvegia e Finlandia che punta a rafforzare ulteriormente la sua leadership nel mercato del Nord Europa. Per queste ragioni gli analisti confermano un rating Morningstar di 5 stelle.

Publicis Group, crescita media del 3,4% nei prossimi 5 anni

Gli analisti di Morningstar riconoscono a Publicis Group un Economic moat nella misura di medio per effetto della forza del brand, della sua ottima reputazione sul mercato e della grossa mole di dati sulle scelte dei consumatori che le permettono di esercitare un discreto potere contrattuale nei confronti dei clienti e di fronteggiare al meglio la concorrenza.

“Publicis si distingue anche per una gestione più efficiente rispetto ai competitor, come testimoniano i più alti margini operativi. Inoltre, l’acquisizione di Sapient ha aumentato la sua esposizione a un mercato in forte crescita come quello del digital adverting”, dice Ali Mogharabi, analista di Morningstar. “L’azienda ha di recente raggiunto un accordo con Walt Disney che le consentirà di sopperire alle perdite di clienti registrate lo scorso anno e le nostre previsioni indicano per i prossimi cinque anni un progresso medio dei ricavi del 3,4% e un Ebit attorno al 16%. In base a queste ipotesi la nostra stima del fair value è pari a 62 euro e vale a Publicis un rating di 5 stelle” (report aggiornato al 14 ottobre 2019).

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