Trump fa aumentare anche la volatilità dei metalli industriali

La decisione a sorpresa di Trump di imporre nuovi dazi a partire da settembre sulle importazioni cinesi, per mettere sotto pressione Pechino e tentare di “velocizzare” la conclusione della trattativa, non è stata accolta positivamente dai mercati, che temono un effetto negativo sull’economia globale. “L’azione del presidente americano sembra infatti piuttosto volta a frenare la crescita quest’anno per poi dare una svolta positiva nel 2020, vantando un accordo com-merciale e dando una spinta positiva al PIL in vista delle elezioni”, fanno notare gli analisti di Wings Partners Sim, che di seguito spiegano nel dettaglio la loro view e il loro outlook.

Tuttavia, ciò implica un rischio negativo per il consumo di materie prime, che riportano flessioni generalizzate delle quotazioni, già sotto pressione nelle sedute precedenti per effetto del rafforzamento del dollaro.

Tra i principali protagonisti di ribassi si annovera lo zinco, sceso in area 2.360 dollari per tonnellata, ovvero in prossimità dei minimi di periodo e parte bassa dell’attuale trading range. Prosegue poi lo storno correttivo anche per le quotazioni del piombo che si riportano in zona 1.970 dollari, ben impostato per l’estensione del movimento in direzione del successivo livello tecnico in zona 1.940.

Gap down poi per il rame, ora a ridosso dei 5.800 dollari per tonnellata, vicino alla fascia di importanti livelli di supporto tecnico 5.800/5.750, che dovrebbe limitare le velleità ribassiste. Perde poi terreno anche l’alluminio che ritorna al di sotto dei 1.780 e resta altamente volatile invece il nickel tornato in area 14.400 dollari.

Indice Lmex vs Dollar Index

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