Usa, aumentano le tensioni con l’Iran

Ancora tensioni tra Stati Uniti e Iran, con il Presidente Trump che ha annunciato di aver abbattuto un drone in avvicinamento a una delle navi nello Stretto di Hormuz, mentre Teheran nega di averne perso uno, ironizzando sul fatto che gli Usa potrebbero aver abbattuto uno dei loro stessi velivoli per errore. Gli ufficiali iraniani hanno ricordato di avere le capacità di interrompere l’attività attraverso lo stretto, ma di non volerlo fare considerando l’importanza strategica dello stesso per il Paese.

Come evidenziano gli analisti di Wings Partners Sim, il ministro degli Esteri iraniano ha dichiarato di aver fatto un’offerta a Washington per interrompere la situazione di stallo, mentre Washington avrebbe fatto numerose richieste prima di accettare un incontro con la controparte. L’Iran dal canto suo sarebbe disposta a effettuare tali concessioni solo a patto che gli americani rimuovano prima le sanzioni, imposte dopo il ritiro unilaterale dell’accordo; intanto il Paese starebbe arricchendo uranio oltre i limiti prescritti dagli accordi siglati nel 2015 con Obama, come ripercussione alla decisione di Trump di non rispettare i patti.

Ad aggiungere imbarazzo all’amministrazione statunitense circolano voci secondo cui l’unica giustificazione per cui si gli Usa si sono ritirati dal trattato sarebbe quella di screditare il lavoro di Obama, creando però un enorme problema diplomatico. Un terzo del greggio trasportato via nave passa nelle acque dello Stretto di Hormuz, con la questione che giustifica il nervosismo per le quotazioni del petrolio, con il WTI in salita dell’1,7% oggi oltrepassando i 56 dollari al barile. Intanto dalla Federal Reserve due diversi ufficiali hanno indicato la necessità di agire in maniera pronta ai segnali di un rallentamento dell’economia, tornando ad incentivare le scommesse per un doppio tagli o dei tassi a fine luglio da parte dell’istituto, un’ipotesi che resta però ancora poco probabile in considerazione dei dati positivi sull’occupazione di inizio mese.

Anche la Banca Centrale Europea potrebbe intervenire, benché attendendo l’incontro di settembre, con una discussione che si starebbe aprendo a Bruxelles sulla possibilità di modificare gli obiettivi del mandato (aumentando l’inflazione) per concedere maggiore spazio all’istituto di politica monetaria e dare uno stimolo maggiore all’economia del blocco, in evidente stato di difficoltà.

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