Usa, il dato sui Non Farm Payrols Usa non influenzerà la Fed

L’US Bureau of Labor Statistics (BLS) ha annunciato che a febbraio sono stati creati nei settori non agricoli, 273mila nuovi posti di lavoro, ben superiori rispetto alle attese del consensus (+175k). Il tasso di disoccupazione Usa scende al 3,5% dal 3,6% (consensus 3,6%).
Riviste largamente poi al rialzo le cifre dei mesi scorsi (+85 mila posti di lavoro rispetto alle stime precedenti). Il dato di gennaio è stato rivisto a +273k (da +225k), quello di dicembre a +184k (da +147k).
 Il tasso di disoccupazione giovanile si attesta all’11,0%, disoccupazione donne (3,1%), bianchi (3,1%), afroamericani (5,8%), asiatici (2,5%), ispanici (4,4%).
Su base annuale i salari sono saliti del 3,0% (aspettative +3,0%).

Impatto sul mercato della pubblicazione del dato

“Cifre molto positive quelle sul mondo del lavoro statunitense che non hanno però avuto un concreto impatto sull’andamento del biglietto verde sui mercati valutari. Il cambio eurodollaro ha evidenziato un po’ di volatilità ma ha oscillato attorno ad area 1,1320”. Afferma Filippo Diodovich, senior strategist di IG, che di seguito illustra la propria view.
 
Molto bene la creazione di posti di lavoro salita nuovamente sopra i 200 mila impieghi. E grazie alle revisioni positive dei mesi precedenti la media di nuovi impieghi creati dall’amministrazione Trump degli ultimi 3 mesi è stata pari a 243 mila nuovi posti di lavoro. Una media sopra 200k è uno degli obiettivi più ambiziosi da parte della Federal Reserve.
 
La mancata reazione del dollaro ai dati implica che gli investitori ormai credono in una Federal Reserve sempre più accomodante per la diffusione del coronavirus e meno legata ai dati macroeconomici.

Coronavirus negli Stati Uniti, Trump trascura l’emergenza?

I dati del CDC (Centers for Disease Control and Prevention) che vengono aggiornati alle 12,00 ora di New York al momento confermano 99 casi di contagi (ma secondo i media sarebbero già oltre i 150 casi). Donald Trump, tuttavia, in una recente intervista televisiva ha comunicato che ritiene falsi i dati sulla pericolosità del Covid-19. Il presidente ha infatti il presentimento (“hunch”) che la percentuale di mortalità sia ben inferiore all’1% dei contagiati. A parte i giudizi in merito a tali dichiarazioni è presumibile che l’amministrazione Trump abbia deciso di assumere un atteggiamento morbido non prendendo per il momento misure fortemente restrittive nelle aree colpite (soprattutto nella costa ovest negli stati della California e di Washington che hanno già dichiarato lo stato di emergenza). Molti epidemiologi hanno fatto pressioni su Donald Trump per aumentare i test nelle aree colpite e per applicare tutte le misure di attenuazione possibili per evitare una maggiore diffusione del virus che a loro avviso già circola negli Stati Uniti.

La FED pronta ad agire nuovamente?

I dati macro solitamente scrutinati con particolare attenzione dalla Federal Reserve al momento non sembrano avere influenza sulle decisioni del governatore Jerome Powell, più interessato a controlla da vicino la diffusione del Covid-19 e gli impatti sull’economia americana.
 
La mossa preventiva, intra-meeting, di abbassare di 50 punti base i tassi di interesse dal range 1,50%-1,75% al nuovo range 1,00%-1,25% non è stata sufficiente per stabilizzare i mercati finanziari. Il meeting ordinario del 18 marzo potrebbe permettere alla FED di intervenire nuovamente.
 
L’aumento dei contagi negli States e il crollo dei mercati azionari potrebbe spingere la banca centrale statunitense a intervenire ancora con una mossa monstre. I mercati stanno già scontando con probabilità superiore al 60% di un nuovo taglio di 75 bps.
 
Riteniamo che le azioni della FED siano state fin troppo impulsive. Crediamo per quanto concerne l’emergenza coronavirus che sia più indicata un’azione coordinata e strutturata tra banca centrale e governo per limitare i danni della diffusione del virus il piu’ possibile. E ancora meglio sarebbe stata un’azione coordinata di tutte le banche centrali anche con l’uso nuovamente di misure non convenzionali. Vedremo se BCE e Commissione Europea che hanno deciso di prendere tempo avranno una soluzione migliore al problema.

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