Usa, mercato del lavoro solido e indici Pmi ancora forti

A cura di Marco Vailati, Direttore Centrale Responsabile Ricerca e Investimenti di Cassa Lombarda
EuroZona: contrazione surplus partite correnti, calo fiducia consumo e moderazione Pmi sono argomenti di riflessione per Bce. A settembre è proseguita la contrazione del surplus della bilancia commerciale, scesa al minimo dall’1/17, per la decelerazione della crescita mondiale e la crescita del protezionismo. È continuato anche a novembre l’indebolimento dell’indice di fiducia al consumo, negativo e ai minimi dal 3/17 per l’accresciuta incertezza del contesto. Rallentamento globale, guerra dei dazi, che riduce le opportunità per l’export, e incertezze interne (budget italiano, equilibri politici tedeschi, manifestazioni di protesta in Francia, ecc.) determinano anche l’ulteriore calo degli indici Pmi, che vede il Composto ai minimi dal 12/14. I dati sono coerenti con una crescita del 4° trimestre a circa +0,3%, cioè con solo un parziale recupero dal +0,2% del 3° trimestre il cui rallentamento, secondo la Bce, era temporaneo, non strutturale e legato prevalentemente a fattori esterni o idiosincratici, con rischi bilanciati, ma il 13/12 aggiornerà le sue stime.
Usa: segnali misti da immobiliare e ordini di beni durevoli con moderazione attività e Pmi ma su livelli robusti. Il settore immobiliare ha fornito segnali contrastanti. La fiducia dei costruttori ha registrato un calo rilevante, ai minimi dall’8/16: in passato sue rapide discese sotto il 50 hanno anticipato rallentamenti ciclici. Viceversa hanno tranquillizzato, crescendo, nuove costruzioni, permessi e vendite. A sostegno ci sono la solidità del mercato del lavoro e i benefici della riforma fiscale. Sono invece di freno i rialzi dei prezzi delle case e dei tassi, che riducono l’accessibilità agli immobili. Gli ordini di beni durevoli sono calati, ma prevalentemente nelle componenti volatili. Le richieste di disoccupazione hanno alimentato un trend rialzista ma per ora con incrementi frizionali da livelli record, tanto che benessere, fiducia e aspettative restano prossime ai massimi pluriennali senza preoccupazioni per l’inflazione. L’indice principale scende sotto la sua media a 5 anni ma resta positivo. Anche i Pmi vedono modesti cali ma restano su livelli robusti.
Giappone: ripresa a ottobre di import-export dopo il calo delle attività per i disastri naturali, ma Cpi e ordini macchine deludenti. Ottobre ha registrato un deficit della bilancia commerciale in seguito alla crescita dell’export ai massimi dell’anno, anche per anticipare possibili futuri dazi, e dell’import ai massimi dall’1/14, soprattutto per il costo del petrolio prima del suo crollo novembrino. Entrambe le crescite dipendono in parte dalla ripresa delle attività dopo i disastri naturali di settembre (alluvioni, tifoni e terremoto) che hanno infatti determinato il calo in quel mese dell’indice di tutte le attività. I dati di ottobre hanno però deluso per i Cpi e ordini macchine. I Cpi sono distanti dal target della Banca del Giappone e nei prossimi mesi avranno anche pressioni al ribasso dalle tariffe della telefonia, dell’educazione e dai prezzi del petrolio. Gli ordini di macchine utensili hanno rivisto al ribasso l’anticipazione diventando negativi per la prima volta dall’11/16, per un calo sia della componente domestica sia di quella estera, fornendo indicazioni prospettiche deboli.
 

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