Uscite da Wall Street subito! Parola di Mobius

Gli utili societari di Wall Street deluderanno. Anzi, a dir la verità stanno già iniziando a farlo vista l’ultima seduta. Per questo Mark Mobius, presidente esecutivo di Templeton Emerging Markets Group, ha avvertito gli investitori di uscire dal mercato statunitense subito, sfruttando occasioni migliori che si offrono immediatamente agli occhi (e ai portafogli) di chi saprà approfittarne.

Gli Usa sono dunque un bluff? Non proprio: stando a quanto dichiarato dall’investitore, si tratterebbe più che altro di una ripresa in fase nascente e che non può assicurare i ritorni che, finora, sono stati garantiti più che altro dalle manovre delle Banche Centrali, Fed in primis, la quale, adesso, è in manovra per tentare di arginare le bolle che, inevitabilmente ha creato.

E di cui è consapevole anche se ufficiosamente. Ma sono anche molti altri i venti contrari che spirano sull’economia Usa e, venendo meno QE e in futuro anche i tassi di interesse ai minimi, la prima ancora di salvezza che si può sfruttare sarà quella dell’economia.

Da specificare, stando alle parole di Mobius, che uno dei motivi, forse meno conosciuto qui da noi, è il fatto che, in un certo senso come qui da noi, le banche non sono in grado di dare sostegno alle imprese che hanno veramente bisogno. Cosa che porta le aziende a rafforzare l’azionario sfruttando più che altro i buyback. In altre parole i vantaggi per quanto riguarda i guadagni sono minimi dal momento che consumi e investimenti per l’ottimizzazione non ce ne sono, fatta eccezione per il settore dell’hitech il quale, come più volte specificato, segue dinamiche diverse da quelle classiche.

Quale piano d’azione? Semplice: sul mercato statunitense esistono ancora diverse opportunità, anche se il lavoro di ricerca diventa sempre più complicato e quindi sarebbe a questo punto meglio spostarsi su un panorama più frastagliato senza dubbio ma anche contemporaneamente più promettente.

Quello degli Emergenti. Frastagliato, appunto, perciò quando Mobius conferma che “gli utili del settore hanno di gran lunga superato le loro controparti statunitensi” (il MSCI Emerging Markets Index è a +8,5% dall’inizio dell’anno contro uno stentato 2% dell’S&P500) bisogna specificare anche che il focus dev’essere indirizzato verso zone precise tra cui, per i mercati asiatici, Cina, Indonesia, Thailandia e Taiwan che sono, parole di Mobius, “ben posizionate per una futura volatilità che arriverà nel momento in cui, inevitabilmente, la Fed rialzerà i tassi”.

Made in Cina In particolare il mercato cinese è molto volatile e per giunta sta vivendo una fase di espansione enorme, tanto da arrivare a toccare un +30% dall’inizio dell’anno, rally che è stato estremamente favorito dalla connessione tra le borse di Shanghai e di Hong Kong. Cosa significa questo? Che una qualsiasi correzione, anche molto probabile a questo punto, del mercato cinese, dovrebbe essere vista come un’opportunità di acquisto, senza farsi spaventare dalla percentuale: il mercato toro resta e una deviazione del 20% dovrà essere accolta solo come occasione da sfruttare.

a cura di Trend Online

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