Utili aziendali in crescita dell’11% negli Usa: la view di Fidelity

A cura di Dominic Rossi, Global Chief Investment Officer Azionario di Fidelity International
“Gli occhi degli investitori sono puntati sulla crescita negli USA e a livello globale. Ritengo che l’elezione di Trump alla presidenza degli USA porterà ad una espansione dell’economia statunitense trainata da interventi di politica fiscale. Ciò in primo luogo, incentiverebbe la crescita economica degli Stati Uniti rilanciando la crescita degli utili societari, grazie anche all’effetto combinato di un taglio delle imposte per le società e del parziale condono sul rimpatrio degli utili.
Per quanto riguarda i mercati azionari, queste prospettive di crescita implicano una riaffermazione della leadership di mercato degli Stati Uniti. Dopo due anni in cui l’andamento degli utili USA è stato piatto, prevediamo un incremento aggregato degli utili USA pari all’11,2% nel 2017 e un ROE del 16,2% in base ai nostri modelli fondamentali proprietari per il calcolo degli utili su singoli titoli. Una riduzione dell’imposta sulle società, anche “solo” dal 35% al 25% (invece del più allettante 15% suggerito durante la campagna elettorale), produrrebbe un rialzo degli utili pari al 10% e farebbe degli Stati Uniti il mercato azionario numero uno per crescita degli utili e ROE. A questo dobbiamo aggiungere il fatto che le imprese statunitensi contano oltre $ 1.000 miliardi di ricchezza accantonati all’estero, secondo i bilanci delle società comprese nell’indice S&P500. Dare accesso a queste riserve di liquidità aprirebbe la strada a fusioni e acquisizioni, sosterrebbe la spesa in conto capitale e persino un miglioramento della remunerazione degli azionisti attraverso dividendi e operazioni di riacquisto.
Le prospettive riguardanti i mercati azionari degli altri Paesi sviluppati sono sostenute del fatto che la crescita economica globale trarrà vantaggio da un rafforzamento dell’economia USA. Siamo agli inizi di una nuova ripresa dell’attività e i mercati sviluppati hanno margine per beneficiare di un movimento rialzista supportato dalla crescita globale, tenendo conto del protezionismo come principale fattore di rischio. I mercati europei saranno avvantaggiati dal miglioramento del contesto di crescita, anche se è prevedibile una certa volatilità dovuta a ragioni politiche con l’avvicinarsi delle elezioni in Francia, Paesi Bassi e Germania.
L’impatto sui mercati emergenti potrebbe essere più contrastante. Se da un lato il rafforzamento della crescita globale e di quella statunitense rappresentano evidentemente elementi positivi per le azioni dei mercati emergenti, dall’altro gli effetti favorevoli di ciò si avranno solo in assenza di misure protezionistiche. E’ inoltre utile sottolineare che il rafforzamento del dollaro a breve-medio termine costituisce un fattore negativo per i prezzi delle materie prime, cui alcuni Paesi emergenti sono particolarmente esposti.
Per quanto riguarda i settori del mercato azionario, ritengo che i titoli farmaceutici e quelli finanziari trarranno entrambi vantaggio dal contesto normativo più favorevole che si prospetta sotto un’amministrazione repubblicana. In particolare gli asset finanziari e quelli correlati al comparto immobiliare beneficeranno della prospettiva di politiche reflazionistiche abbinate a un aumento della crescita, dell’inflazione e dei tassi d’interesse. Considerando il favorevole contesto economico e le probabilità di un’incentivazione fiscale finalizzata alla crescita, siamo infatti ottimisti riguardo al settore finanziario dei mercati sviluppati. Continuiamo, inoltre, a vedere opportunità di valore nel settore tecnologico, ma è necessario adottare un approccio selettivo”.

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