Valutazioni azionarie elevate e inflazione: la view di Syz Am

A cura di Fabrizio Quirighetti, CIO, Co-Head of Multi-Asset Syz Asset Management
La situazione del 2005 si ripete? Dalla crisi finanziaria del 2008 gli anni positivi per gli
investitori sono stati tanti, con le classi di attivi che hanno incrementato costantemente il loro valore a tutti i livelli, mentre l’intervento delle banche centrali ne ha gonfiato i prezzi. Le interruzioni al loro incremento sono state relativamente poche nel tempo, e gli investitori hanno approfittato fino alla fine del 2017 di questa tranquilla situazione favorevole, che ha indotto molti di loro a pensare alla volatilità come a un problema del passato.
Gli eventi del primo trimestre del 2018 hanno distrutto questa percezione a causa dei timori riguardanti l’inflazione combinati con valutazioni azionarie esagerate che hanno portato a un ritorno della volatilità di intensità del tutto particolare. Storicamente i titoli di Stato in un portafoglio bilanciato tradizionale composto da azioni e obbligazioni avrebbero protetto la performance in caso di ribasso delle azioni. Ma oggi, con i rendimenti che restano vicini ai minimi storici (e i tassi reali al di sotto dello zero), il reddito fisso non garantisce più la diversificazione adeguata a un’allocazione azionaria, proprio come non era in grado di farlo a febbraio. L’aumento delle correlazioni tra azioni e obbligazioni negli ultimi dieci anni, in particolare durante i periodi di distorsione dei mercati, ha costretto gli investitori a trovare modi di
diversificazione alternativi in mercati in ribasso.
Un approccio di investimento adatto per i prossimi quindici anni. Mentre ci avviciniamo alla seconda metà del 2018, osserviamo e monitoriamo i diversi sviluppi del mercato, inclusi la normalizzazione del tasso di interesse da parte della BCE, l’inflazione, il modo in cui si concluderà l’attuale tendenza rialzista del mercato e il nuovo equilibrio instauratosi sui mercati azionari che comporta l’applicazione di un multiplo corrente più basso agli utili più alti.
Ma gli ultimi quindici anni ci hanno dato una grande lezione: i mercati non restano immobili e neanche noi in quanto gestori patrimoniali possiamo permetterci di farlo. Continueremo ad applicare il nostro approccio flessibile alla strategia, adattando non solo la composizione del portafoglio ai cambiamenti dei mercati ma anche il modo di applicazione delle linee guida e il modo in cui cogliamo le opportunità che ci si presentano. Utilizzando questa filosofia, che ha servito così bene i nostri interessi negli ultimi quindici anni, pensiamo di poter raggiungere un’ulteriore solidità dei rendimenti nei prossimi anni: sebbene la performance passata non sia indicativa di quella futura è una misura reale dei risultati ottenuti fino ad ora in un ciclo di mercato fortemente dinamico.

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