Valute, i rischi del ritorno delle tensioni tra Usa e Cina

A cura di Vasileios Gkionakis, Head of FX Strategy di Banque Lombard Odier & Cie

Il lato positivo è rappresentato dall’appiattimento della curva di contagio da Covid-19, fattore che ha permesso una graduale ripresa dell’attività economica nei principali paesi, aprendo così probabilmente la strada per la ripresa economica e per la crescita nel 2020. Inoltre, l’Ue sta studiando un accordo sul recovery fund, il cui futuro però è ancora incerto. Il lato negativo, invece, riguarda la forte ripresa degli attriti tra Stati Uniti e Cina, con l’amministrazione americana che accusa Pechino di aver gestito male l’epidemia di coronavirus e minaccia delle ritorsioni. Inoltre, la sentenza del tribunale tedesco sul Pspp della Bce ha creato una difficile sfida costituzionale nell’area euro, che probabilmente peserà sul sentiment degli investitori e aggiungerà un premio di rischio alla valuta.

Il nostro scenario di base sulla debolezza del dollaro nella seconda metà dell’anno resta ancora valido, ma adesso stimiamo che la ripresa del cambio euro-dollaro sarà più lenta, tanto che abbiamo ridotto il nostro outlook di fine anno all’1,11. L’aumento dei rischi legati alla zona euro implica anche un calo della traiettoria del cambio euro-franco svizzero rispetto a quella che avevamo calcolato in precedenza: attualmente stimiamo che il cambio resti stabile a 1,05, poiché la continua domanda di franchi sarà probabilmente compensata dal continuo intervento della Bns.

Per quanto riguarda la sterlina, manteniamo l’ipotesi di base secondo cui si giungerà a un accordo con l’Ue entro fine anno, fattore che dovrebbe essere essenzialmente un elemento di supporto per la performance della valuta. Riconosciamo tuttavia che i progressi fatti sono insufficienti e che il limitato tempo a disposizione lascia intendere che si rischia di vedere una traiettoria al ribasso.

All’interno dell’universo delle principali valute del G10, continuiamo a preferire lo yen giapponese, valuta profondamente sottovalutata in diverse metriche ma che continua a mostrare la propria caratteristica di bene rifugio a livello globale. Yen e oro restano due delle migliori coperture contro una ripresa dell’avversione al rischio.

Per quanto riguarda i mercati emergenti, dopo il forte calo dei prezzi dell’energia a marzo, l’indice Gbiem FX è rimasto ampiamente all’interno del range, nonostante la modesta ripresa dei prezzi dell’energia. Tuttavia c’è stata una forte divergenza in termini di performance: le valute dell’Asia settentrionale e dell’Europa centro-orientale, così come il peso cileno in America latina, hanno riportato performance abbastanza buone grazie a saldi esterni più forti, livelli di partenza del debito pubblico più bassi e il loro status di importatori netti di energia. Al contrario, le valute più redditizie e sensibili all’andamento delle commodity prime hanno sottoperformato.

All’interno di quest’ultimo gruppo, le valute con livelli di indebitamento più bassi e le banche centrali con una politica monetaria relativamente meno accomodante (rupia indonesiana e il rublo) hanno recuperato bene, mentre sia il peso messicano sia il peso colombiano – che hanno un carico di debito più gestibile – si sono stabilizzate.

Tuttavia, valute come la lira turca e il real brasiliano hanno riportato forti sottoperformance, rispettivamente a causa di deboli equilibri con l’estero elevati livelli di debito e dei crescenti rischi fiscali. Ci aspettiamo che queste divergenze si accentuino e abbiamo ulteriormente aumentato le nostre previsioni per il cambio dollaro-real in modo da riflettere i rischi aggiuntivi legati all’instabilità dello scenario politico.

Nel frattempo, mentre il renminbi cinese è una delle valute emergenti più stabili, il recente aumento delle tensioni tra Usa e Cina si è rivelato uno sviluppo degno di nota e non gradito al tempo stesso. Abbiamo adeguato le nostre previsioni per il renminbi cinese, che ora stimano il 7,08 e il 7,03 rispettivamente per il 2° e il 4° trimestre. Anche se il nostro scenario di base prevede che non saranno introdotti nuovi dazi, riteniamo che le tensioni tra i due paesi rimarranno elevate nei mesi precedenti alle elezioni americane di novembre. Questo dovrebbe vedere il renminbi incorporare un certo premio di rischio.

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