Van Gogh: sulla soglia dell’eternità

A cura di Aqa Capital
Il prete: Credi che Dio ti abbia dato il dono della pittura perché tu viva in miseria?
Vincent van Gogh: Non l’ho mai vista in questo modo. Forse Dio mi fa dipingere per quelli che nasceranno.
Vincent van Gogh: Molti dicono che sono pazzo, però… la follia è una benedizione per l’arte!
Vincent van Gogh: Dentro di me c’è qualcosa, non so cosa sia: vedo ciò che gli altri non vedono!
Vincent van Gogh: Volevo tanto condividere quello che vedo. Ora penso solo al mio rapporto con l’eternità.
Ho passato la mia vita da solo, in una stanza. Vorrei trovare una nuova luce per quadri che non abbiamo mai visto.
Tratto da  “Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità” di Julian Schnabel.
Per alcuni analisti quello che abbiamo di fronte per il 2019 è un mercato senza luce, risucchiata dai timori del rallentamento economico, spenta dall’insensato prolungamento dello shutdown Usa e oscurata dalle tensioni geopolitiche e dalle guerre commerciali.
Dentro di me c’è qualcosa, non so cosa sia: vedo ciò che gli altri non vedono! Coloro che vedono qualcosa di invisibile sono sempre stati definiti pazzi. Avviene così in qualsiasi campo, nell’arte come nell’economia. Visionari lo diventano dopo. Per diventare ricchi, bisogna aspettare ancora.
In Borsa come nella vita, i “ pazzi”, nel breve,  non guadagnano un centesimo. Il motivo è semplice, se tutto il mercato si aspetta un determinato evento, i prezzi verranno orientati in quella direzione. Vedi il crollo dei tech a fine anno scorso. Il mainstream, o meglio il pensiero di massa, solo pochi mesi fa era: l’economia rallenterà, ci sono titoli con multipli troppo elevati perché scontano una forte crescita. Per molti fondi non è stato facile sostenere un -35% anche 40% di calo su alcuni tech e hanno applicato lo stop loss. Per poi vedere, qualche mese dopo, un deciso recupero.
E’ successo tutto in poco tempo, l’esempio è caldo e sembra molto semplice da leggere. Ora allarghiamo l’orizzonte e vediamo che di visionari ce ne sono stati pochi. O meglio hanno patito e molto, prima di guadagnare. Soprattutto se pensiamo a singoli titoli.
Fiat era data per fallita. A distanza di anni, dopo l’acquisto di Chrysler, lo spin off di Cnh prima, di Ferrari dopo, è una società completamente diversa. Fca ha svoltato, il cavallino rampante in Borsa ha messo a segno un rally da capogiro. Ma quanti ci hanno creduto  Netflix è quotato dal 2002, dopo un rialzo iniziale (guardare il grafico in scala logaritmica) il titolo è crollato per poi avviare un boom dal 2009.
Amazon, quotata nel 1997, per diversi decenni non ha mai chiuso un bilancio in utile. Il tutto senza contare che dopo i rialzi iniziali la maggior parte degli investitori vende il titolo. Ora guardiamo ai grandi temi. Trump avrebbe dovuto far crollare Wall Street. Per due anni è successo esattamente il contrario. Di shale gas se ne parla da anni ma gli effetti reali sui prezzi li tocchiamo con mano solo da un tempo limitato. Lo scontro Usa e Cina è entrato nel vivo solo da poco.
A livello macro poi si è detto di tutto e di più, dalla deflazione al rischio della trappola di liquidità per finire alla fase di normalizzazione che avrebbe spento ogni rialzo.
Dipingere oggi un quadro di cosa succederà nel 2019 è difficile soprattutto per mancanza di luce e visibilità. Il Fondo monetario internazionale ha appena tagliato le previsioni di crescita dell’area euro all’1,6% dall’1,9% precedente. Quelle dell’Italia scendono allo 0,6% dall’1% iniziale. Ieri l’ufficio di statistica cinese ha confermato che nel 2018 la crescita del Paese è scesa al livello più basso dal 1990, ai tempi delle sanzioni economiche dopo la repressione di Piazza Tiananmen. Per gli europei comunque una crescita da capogiro: Pil a +6,6%. Natalità mai così bassa dal 1980 (+3,6%).
Vorrei trovare una nuova luce per quadri che non abbiamo mai visto.Non siamo visionari come Van Gogh ma anche noi siamo alla ricerca di quella luce in grado di illuminare la nostra visione del mercato. E nel nostro piccolo un aspetto ci è chiaro: gli eccessi. Stiamo passando da un’esagerazione all’altra, in un mercato che nel 2019 probabilmente andrà a stop and go. Forti cali seguiti da rimbalzi, ritmati dalle vicende di geopolitica. In ordine di tempo prima fra tutti la fine di questo ombroso shutdown, niente di più buio nella politica di Trump che finora si era dimostrata anche molto friendly coi mercati.
Ci aspettiamo buone notizie dal confronto Cina-Usa, con una soluzione che abbassa gli ostacoli commerciali ora esistenti. Il 7 maggio molto probabilmente arriveranno buone notizie sul fronte Tlrto (finanziamenti agevolati al settore bancario) dalla Bce.
Nuove ombre emergeranno durante la campagna elettorale europea, con un rischio di tenuta politica in Italia. Per il dopo siamo abbastanza ciechi.
I megatrend proseguiranno, con crescita delle aziende più focalizzate su software, robotica, fintech e insurtech. Prevedere oltre è da “pazzi” o da geni, riconoscerlo ci permette di limitare gli errori per sfruttare al meglio le situazioni dove c’è più luce e migliore visibilità.

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