Virus di burocrazia in salsa Bce. Le nuove emissioni di bond sotto la lente

Nel commentare il trend di questa settimana che esula da qualsiasi fattore tecnico e riveste solo la paura economica che ci sta accompagnando con il coronavirus, non si può escludere qualche considerazione in merito alla burocrazia europea.

Al di là di aver sottovalutato i primi segnali provenienti dal nostro paese, la reazione, salvo il video messaggio di Ursula Von der Leyen, è stata per ora burocratica ed attendiamo di vedere quali passi intenderà intraprendere la Bce per voce del governatore Lagarde , alle prese con una bomba non indifferente arrivata dopo pochi mesi dal suo insediamento.

Per anni abbiamo criticato l’immobilità e la burocrazia dell’eurozona e sentito rispondere da Bruxelles che tutti erano “legati” dai trattati che non davano flessibilità alle regole. Non dimentichiamo il governatore Trichet che in piena crisi Lehman, ancora parlava d’inflazione e cavilli senza prendere alcun provvedimento. L’era Draghi ha sovvertito in parte la burocrazia, senza aspettare una riunione ufficiale, ha messo in sicurezza l’euro con il suo “whatever it takes” pronunciato a Londra nel luglio del 2012 a margine di un’intervista dopo un convegno. Ha percorso in lungo e largo le “regole intoccabili” cercando le falle dove poter inserire i suoi interventi a sostegno dell’eurozona, pur nelle difficoltà e nei paletti che i paesi del nord ponevano ad ogni dove.

Si è sempre sottolineato fino al 2012, la mancanza di autonomia decisionale della Bce rispetto alle altre banche centrali e Draghi ci aveva spesso fatto dimenticare questo aspetto.

In questi giorni sia la Fed che la Bank of England hanno fatto subito sentire la loro voce, per ora senza grandi risultati, però hanno immediatamente battuto un colpo. La Bce, no, la sig.ra Lagarde aspetta la riunioncina del giovedi e poi dirà qualcosa, speriamo abbia sul suo cellulare il numero di Mario Draghi e magari gli chieda qualche consiglio. Ci aspettiamo lo stesso piglio nell’affrontare l’emergenza; le soluzioni temporanee ci sarebbero, riportare il QE da 20 agli 80 miliardi precedenti in modo da frenare qualsiasi tentativo speculativo contro i paesi europei, approfittando della debolezza del sistema attuale;   allo stesso modo il sostegno ai bond societari, soprattutto bancari che al momento non possono permettersi nuove difficoltà e che devono assolutamente accompagnare il sostegno delle imprese, inoltre il Qe potrebbe essere accompagnato da un allentamento dei criteri di ammissibilità dei titoli, allargando il programma a emissioni high-yield”.

Passando al mercato, lo spread si è allargato in una settimana di aste, al momento è appena sopra 200 punti con il rendimento del nostro decennale all’1,3%.

Le nuove emissioni governative

Il Tesoro Italiano ha collocato 6.5 miliardi di euro di BOT a 1 anno con rendimento in rialzo a 0.072% da -0.319%, il livello più alto dallo scorso agosto.

Sono inoltre stati messi a disposizione fino a sette miliardi di euro di Btp, con un nuovo 3 anni e le riaperture dei titoli a 7, 10 e 20 anni, con rendimenti attesi in rialzo. Nello specifico 3.5 miliardi del giugno 2023 a rendimento 0.74%, 795 milioni del gennaio 2027 allo 0.92% di rendimento, 1.205 miliardi dell’aprile 2030 all’1.29% ed infine 1.5 miliardi del marzo 2040 all’1.97%.

Il Libano ha deciso di sospendere il pagamento delle obbligazioni emesse in valuta estera per 1.2 miliardi di dollari. E’ la prima volta nella storia del Paese mediorientale che accade una simile circostanza. Perché, nonostante una serie di crisi, il Libano non è mai fallito prima, ma negli ultimi mesi ha affrontato la sua peggior crisi economica dalla guerra civile del 1975. Saranno attese nelle prossime settimane le proposte di rinegoziazione per gli investitori.

Le nuove emissioni corporate

Con questa situazione ed i prezzi dei titoli corporate sui mercati che hanno allargato gli spread, si ferma praticamente il mercato primario, unico deal di rilievo in euro è stato per la Danone, che ha emesso 800 milioni con scadenza nel marzo 2027 e possibile call dal dicembre 2026. Il titolo (codice Isin FR0013495181) ha una cedola dello 0.571% ed un taglio minimo di 100mila euro con multipli di 100mila con rating BBB+.

La Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo ha collocato un’obbligazione in dollari. IBRD è un organismo finanziario internazionale con sede a Washington che opera nei paesi in via di sviluppo. Il bond (Isin US459058JA24) non è richiamabile in anticipo e sarà rimborsato a scadenza a 100, scadenza fissata l’11 marzo 2025. Il titolo paga una cedola a tasso fisso dello 0.75%, con frequenza semestrale, e ha l’ammontare collocato è di 3.5 miliardi. Il rating assegnato è AAA e il lotto minimo di negoziazione è di 1.000 dollari.

La società assicurativa americana Prudential Financial è tornata a finanziarsi sul mercato americano con un’obbligazione in dollari suddivisa in tre tranche. Nel dettaglio la società ha collocato500 milioni sulla scadenza a sei anni (Isin US74432QCH65) e cedola 1.50%; 500 milioni sulla scadenza a dieci anni (Isin US74432QCG82) e cedola 2.10% e 500 milioni sulla scadenza a 20 anni (Isin US74432QCJ22) e cedola 3%. Tutte e tre le tranche sono obbligazioni senior a tasso fisso e lotto minimo di negoziazione di 1.000 dollari.

Berkshire Hathaway è una holding statunitense, ed in assoluto una delle più grandi del mondo; il suo amministratore delegato nonché presidente è Warren Buffett, ha collocato un’obbligazione senior a tasso fisso in dollari, suddivisa in due tranche. La prima tranche (Isin XS2133056114) ha cedola 0%, scadenza 21 marzo 2025 e ammontare di 1 miliardo; la seconda tranche (Isin US084664CU37) paga una cedola dell’1.85%, scadenza 21 marzo 2030 e ammontare 500 milioni di dollari. Per le due tranche le cedola hanno frequenza semestrale e il lotto minimo di negoziazione è di 2.000 dollari.

A cura di Carlo Aloisio, Senior Broker presso Unicredit, per Itforum.it

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!

Tag: