Vis-à-vis Macron. Le Pen: i mercati fanno la loro puntata

Di Vincenzo Longo, market strategist di IG

Risk on sui mercati e operatori che interpretano i risultati di ieri già come una mezza vittoria per il candidato di centro sinistra, Emmanuel Macron, a favore di Marine Le Pen. Macron si è aggiudicato il 23,9% dei consensi, contro i 21,4% della leader del Front National. Saranno questi i dati da cui partire per il secondo turno che si terrà il prossimo 7 maggio. In questo momento, le probabilità vedono Macron vincitore con una probabilità del 62% contro il 38% di Le Pen, valori che assumono una certa credibilità alla luce della buona prova dei sondaggi, contrariamente da quanto accaduto nelle recenti occasioni (Referendum Brexit e Presidenziali Usa). A fare da supporto al candidato del partito di En Marche! Ci saranno anche altri partiti, centro destra in primis. Si ripete così quanto fatto accaduto nel 2002, quando Chirac andò al ballottaggio contro Jean-Marie Le Pen.

I risultati hanno messo le ali all’euro che si è apprezzato verso tutte le valute mondiali. Particolarmente violento è stato il balzo verso lo yen, che ha usufruito anche di un sensibile ritorno di appetito per il rischio del mercato. Sull’equity, i future americani vedono Dow Jones e S&P500 in rialzo di oltre l’1%, mentre in Europa gli indici salgono quasi tutti più del 3%.

Tutto questo, nonostante, Le Pen andrà al ballottaggio e si sia verificato lo scenario più probabile. Cosa sta scontando allora il mercato?

Crediamo che ci sia qualcosa in più della mera eliminazione dello scenario peggiore. Gli investitori stanno comprando la vittoria di Macron e la sconfitta di Le Pen. Diversi gli elementi che spingono gli operatori a una simile considerazione. Macron può vantare infatti:

  • un vantaggio diretto di oltre due punti rispetto alla rivale;
  • il supporto degli altri partiti;
  • una maggiore capacità di attrarre voti delle ali più moderate degli altri partiti (Fillon su tutti).

Probabilmente i mercati stanno alzando quell’asticella di probabilità del 62% e si stanno portando avanti, anche perché le scommesse della parte più speculativa vengono state fatte oggi e non l’8 maggio.

Non solo. I movimenti potrebbero essere anche più di lungo respiro. Se consideriamo che il voto francese è stato considerato uno dei principali rischi per questo 2017, possiamo comprendere come un venir meno di questi timori possa liberare ancora molti acquisti su un’Europa giudicata ancora troppo sotto pesata da parte dei gestori globali. Insomma, sull’equity il trend potrebbe essere rialzista ancora per qualche trimestre.

La riduzione del rischio instabilità dell’area euro ha liberato acquisti anche sulla moneta unica, con il cambio Eur/Usd salito sino ai massimi dal 10 novembre, in area 1,0940. Le nostre prospettive rimangono rialziste almeno fino a fine anno, con target fino a 1,14-1,15, salvo poi iniziare a ripiegare a inizio 2018.

Particolarmente acquistate le banche, in scia anche alla speranza che la Bce possa rivedere il programma di QE e possa anticipare il rialzo dei tassi. Sul comparto governativo, lo spread tra Oat-Bund si sta riducendo ai minimi da gennaio (53pb), frutto di un calo dei rendimenti sul decennale francese e un contestuale rialzo sul Bund.

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