Wall Street, ecco un terzetto di titoli su cui puntare

a cura di Trend Online

Un mese che è iniziato da poco meno di una settimana e che per giunta ha visto la presenza del ponte pasquale. Ma adesso le feste sono passate e in molti si stanno rimettendo alla ricerca di azioni interessanti. Quali?

Priceline Inizialmente spaventava i deprezzamento dell’euro, ma la storia ha smentito ogni timore anche per al crescita sul lungo periodo. Infatti, mentre la moneta unica ha perso nel quarto trimestre l’8% rispetto al dollaro USA, il sito dedicato alla prenotazione online dei viaggi ha registrato una crescita del 17% in dollari USA. Non solo, ma sul fronte dei conti si registra un 2014 in crescita con margini che superano i 2,2 miliardi di euro pari al 28% rispetto al 2013 e che, parlando delle prenotazioni, invece, hanno toccato anche il 28% in più. Cifre che hanno spinto i vertici dell’azienda a sostenere nuovi progetti per ampliare i servizi offerti.

Netflix Continua la corsa al successo per il canale streaming di quella che è la nuova rivoluzione della televisione. Ibrido fra vecchia Tv e nuovo modello in arrivo da Internet, continua a macinare record sul fronte degli abbonati che hanno superato i 61 milioni alla fine di marzo, ovvero circa 4 milioni in più in soli tre mesi. Una cifra che ha spinto addirittura alcuni produttori di telecomandi e creare esemplari con un tasto dedicato per il mercato europeo. La società, infatti, vedeva nel Vecchio Continente, il nuovo orizzonte da conquistare e dopo alcune reticenze sulla possibilità di sbarcare anche in Italia, pare che potrebbe includere anche Roma tra le mete. Ottobre dovrebbe essere il mese in cui anche noi potremo scoprire il colosso della televisione in streaming. Intanto il CEO della società Reed Hastings, in un’intervista, parla non solo delle difficoltà tecniche per quanto riguarda la disponibilità di tecnologie nelle varie nazioni, ma anche della pirateria in generale e che per Netflix rappresenta un pericolo ulteriore. Quale? Quello di chi riesce ad accedere ai contenuti mascherando il proprio IP attraverso VPN. Questo perché in Europa non esiste un mercato unico delle licenze e quindi si è spesso costretti a dover contrattare ogni licenza singolarmente, con perdita di tempo e di energia. A sanare la situazione, però, potrebbe essere al stessa Commissione Europea che starebbe già adoperandosi per la creazione di un sistema omologato. A tutto vantaggio dell’azienda.

Google Mentre molti temono le minacce della concorrenza, soprattutto per chi, come Facebook o Safari, altri guardano a una caratteristica che gli avversari non hanno e cioè quella poliedricità nell’approcciarsi al mercato non solo come motore di ricerca, ma come status mentale in primis e anche elemento globalizzante, poi. Infatti Google non è solo un elemento che ha indubbiamente cambiato il modo di intendere la ricerca, la conoscenza e anche la comunicazione, è riuscito ad andare oltre, entrando in campi finora sconosciuti come con Google Car oppure con i Google Glass, inaugurando contemporaneamente sia di Internet of Things, sia quello di Wearable devices ovvero la tecnologia portatile, indomabile e, per chi vede un futuro di simbiosi fra machina e uomo, anche di “iniettabile” attraverso l’uso di microchip. Fantascienza? Tornando invece con i piedi per terra, e guardando a un semplice orizzonte finanziario, in 12 mesi le azioni del gigante hanno registrato un -4% nel corso degli ultimi 12 mesi. Ma per chi vede in questo dato qualcosa di minaccioso, da Fool ricordano che Google punta a fortificare la sua espansione più che altro sul fronte internazionale, ovvero dove gli avversari sono al minimo e il margine di crescita al massimo. Persino Apple, l’altro grande mostro sacro , ovvero la società dei record, della capitalizzazione pari (e spesso superiore) al Pil di intere nazioni, colei che ha creato prima di tutto uno status symbol, oltre alla fidelizzazione estrema al marchio e solo in terza battuta il prodotto di qualità, ebbene, anche in questo caso non si dovrebbe parlare di avversario per Google perché se Apple è in ripresa su quote di mercato che aveva perso, Android resta comunque il leader dei sistemi operativi mobile.

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