Tensioni geopolitiche, la “pausa” di Ferragosto rianima i mercati

A cura di Wings Partners Sim

In attesa degli sviluppi della settimana, tra dati macro e banche centrali il panorama geopolitico sembra indicare una moderazione nelle tensioni che hanno tenuto banco nell’estate, e segnatamente il conflitto Cina-Usa e le proteste a Hong Kong, ma non risparmia comunque episodi degni di nota, che vanno dal lancio degli stracci nel governo italiano ai rinnovati tentativi di Boris Johnson di smuovere la Ue dalla sua posizione (ieri il premier britannico ha incontrato la Merkel in previsione della riunione del G7 che avrà luogo nel weekend) fino al mezzo strappo diplomatico del nostro prode Trump con il primo ministro danese (annullato all’ultimo minuto l’incontro programmato tra i due), reo di aver rifiutato sdegnatamente la proposta del presidente americano di acquistare… la Groenlandia (sì, non è uno scherzo).

Nel frattempo gli operatori si preparano al prossimo round delle banche centrali con l’evento di rilievo rappresentato dal simposio di Jackson Hole dove Powell potrebbe o non potrebbe annunciare qualche ulteriore passo espansivo in tema di politica monetaria; le attese generalizzate sembrano puntare adesso a un possibile taglio dei tassi a settembre pari a 50 punti base, Trump ne vuole 100, Barclays si pone nel mezzo con una previsione di 75 punti base di riduzione in tre tranches da 25 punti a settembre, ottobre e dicembre…

Cambio di passo anche in Cina dove il LPR (loan prime rate) viene rimodulato in modo da favorire le medio-piccole imprese a discapito delle grosse aziende immobiliari, un elemento che potrebbe procurare ulteriore rallentamento nel settore real estate cinese ribadendosi negativamente anche sul consumo di metalli non ferrosi, tra cui spicca il rame che infatti martedì è retrocesso ulteriormente di qualche posizione andando ad appoggiarsi al supporto posto a 5.700 dollari.

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